giovedì 7 aprile 2022

Uno spazio pubblico intitolato a Mario Savelli

Era l'8 maggio 2018 quando inviai una e-mail alla Sindaca di Castrocaro Terme e Terra del Sole con all'oggetto: PROPOSTA INTITOLAZIONE SPAZIO PUBBLICO AL CONCITTADINO MARIO SAVELLI.

08/mag/2018
a: sindaco@comune.castrocarotermeeterradelsole.fc.it
Sono con la presente a proporre al Comune di Castrocaro Terme e Terra del Sole (FC) di intitolare uno spazio pubblico al concittadino Mario Savelli, stimato personaggio politico della storia del nostro Comune.
Mario Savelli, castrocarese di nascita, ha dedicato gran parte della propria esistenza in vita all’interesse collettivo, alla tutela, alla promozione, alla valorizzazione e allo sviluppo della società civile e dei beni comuni della nostra comunità locale, in quanto è stato ininterrottamente Consigliere comunale dal marzo 1946 al giugno 1970; Sindaco per quasi due legislature consecutive, da giugno 1975 a giugno 1980 e in seguito fino al 1° ottobre 1984 quando si è dovuto dimettere dalla carica di “primo cittadino” per motivi di salute poi, nuovamente Consigliere comunale nella successiva legislatura dal maggio 1985 al maggio 1990.
Mario Savelli ha dedicato complessivamente 38 anni alla vita amministrativa del Nostro Comune di cui 29 anni in qualità di Consigliere comunale e 9 anni di Sindaco.
A tal fine si propone di individuare come spazio pubblico da dedicare e intitolare alla personalità politica di Mario Savelli l’area di pertinenza del Municipio così come meglio tratteggiata con retinatura in colore rosso nell’allegata planimetria.
In alternativa a questa ipotesi, visti i meriti e gli anni di dedizione alla Nostra municipalità, si potrebbe dedicare e intitolare a Mario Savelli lo stesso edificio municipale.
Certo di poter ottenere una gradita condivisione di questa proposta invio cordiali saluti.
In fede Claudio Torrenzieri

Alcuni giorni dopo, il 15 marzo, realizzai anche un post su questo blog: INTITOLARE UNO SPAZIO PUBBLICO AL CONCITTADINO MARIO SAVELLI

La proposta inviata alla Sindaca era corredata da una scheda biografica e per non lasciare nulla al caso stampai il tutto e lo consegnai al protocollo comunale.

Tre mesi dopo nessuna risposta. Per cui inviai una seconda e-mail alla Sindaca chiedendo di poter avere riscontro di due mie proposte (una riguardava un progetto di allestimento per il Palazzo Pretorio di Terra del Sole e l'altra era appunto la proposta di intitolazione a Mario Savelli):
mar 10 lug 2018
a: sindaco@comune.castrocarotermeeterradelsole.fc.it
Sono a richiedere un suo riscontro alle mie proposte che le ho inviato e presentato già molto tempo fa di cui non ho saputo più niente!
La prima proposta era relativa a una bozza di progetto per un allestimento di Palazzo Pretorio a Terra del Sole dedicata alle antiche cartografie (e non solo), di cui le ho consegnato copia a stampa in occasione di un colloquio presso il Suo ufficio comunale.
La seconda proposta era relativa alla intitolazione di uno spazio pubblico al concittadino Mario Savelli (inviata per email l'8 maggio scorso).

Da allora sono trascorsi inultimente gli anni (ben quattro) e solo pochi giorni fa (5 aprile 2022) sulla pagina facebook dell'Ufficio turistico IAT Castrocaro Terme (chissà perché manca il riferimento a Terra del Sole?) compare un articolo del Resto del Carlino in cui il Vice-Sindaco annuncia per la cittadella medicea importati e significativi finanziamenti (milioni di euro) per il restuaro di parti della cinta muraria, di Porta Romana (che è già stata oggetto in passato di altri interventi), del bastione di Santa Maria facendolo "diventare un polo museale, turistico e culturale". 


Nel merito sarebbe interessante, dato che siamo alla vigilia della campagna elettorale, sapere se oltre al "contenitore" questa maggioranza di "centro-sinistra" ha anche in mano il "contenuto" da realizzare. O forse come al solito i soldi pubblici ci sono per cuocere i "mattoni" e tirar su i "muri" ma quasi mai per il "condimento"!

Ma per tornare al tema di questo post occorre sottolineare che il Vice-Sindaco, nell'articolo-intervista in questione annuncia anche che, da cittadino, gli "piacerebbe che la piazza venisse intitolata al nostro caro don Enzo Donatini, che tanto si era battuto per la demolizione [di un fabbricato all'interno delle mura] e la valorizzazione della cittadella".
Da cittadino sono ovviamente molto contento di questa proposta, dato che ho avuto la fortuna di conoscere personalmente Don Enzo e con cui spesso mi sono scontrato proprio sui contenuti della Storia del Nostro paese. Vedi in proposto il post Terra del Sole un ciclostile "antico"   

Perciò, da cittadino, faccio notare che questi amministratori, prima di fare promesse dal sapore pre-elettoralistico, dovrebbero dare risposte in ordine di tempo ad altre proposte che giacino da tempo dimenticate nei loro cassetti delle meraviglie.

PER SCARICARE L'ISTANZA IN PDF CLICCA QUI

 

 


Terra del Sole un ciclostile "antico"

 Terra del Sole un ciclostile "antico"

 

 



 

 

 



“La città ideale - Fortezza della Romagna fiorentina” uscì in prima edizione nel 1979.

Copertina rigita in tela con sovracoperta illustrata. Un librone bello grosso, 438 pagine, con illustrazioni in bianco e nero “fuori testo”.

L’autore, Don Enzo Donatini, parroco di Terra del Sole.

Conservo di quella “prima” due copie, una ancora intonsa, mai sfogliata, l’altra letta e riletta, “vissuta”, con tanti paragrafi e note al testo che ho minuziosamente sottolineato per memorizzarne i contenuti da approfondire e indagare con più precisione.

Credo che quel libro sulla Storia del mio paese sia stata acquistata da tutti i terrassolani miei compaesani e sia presente in tante biblioteche domestiche.

Nel tempo, in seguito alle tante presentazioni pubbliche, ai confronti con l’autore, ai tanti dibattiti critici, alle ricerche storiche e d’archivio che si sono susseguite da “quella prima opera”, Don Enzo ha fatto ristampare altre edizioni, integrate aggiornate in diversi passaggi.

Nella sostanza, nel fondo della narrazione, in quella ricerca storica è però rimasta evidente la passione e l’amore che Don Enzo ha espresso nei confronto del Nostro paese, della Nostra cittadella fortificata medicea, di impronta toscana in terra di Romagna.

    Già dalla prefazione della prima edizione Don Enzo dichiara apertamente che tutto il contesto che riguarda la nascita e lo sviluppo storico e sociale, urbanistico e artitettonico è figlio di un umanesimo che si è materializzato a Terra del Sole.

Una visione molto idealizzata che in molte parti della sua ricerca ha portato a enfatizzare abbandonando lo spirito critico e distaccato che dovrebbe ispirare e orientare il ricercatore storico.

    Ma Terra del Sole è stata per Don Enzo una seconda madre, una seconda famiglia, sicuramente una casa e la sua “passione” è probabilmente comprensibile e giustificata.

Terra del Sole ha accolto Don Enzo, appena ordinato sacerdote, fin dalla primavera del 1944 mentre imperversava la guerra. Dieci anni dopo subentra come arciprete della chiesa parrocchiale di Santa Reparata, posta al centro, nel cuore, della cittadella fortificata, difronte alla piazza e al Palazzo Pretorio.

Don Enzo ha amato profondamente Terra del Sole forse anche di più degli stessi terrassolani autoctoni.

    Oltre al suo tipografico saggio storico su Terra del Sole conservo, con gelosia, ingiallito dal tempo, un ciclostilato su fogli delicati, come di carta velina, di quelli fatti con la stampante che era in canonica e con cui si stampavano anche i bollettini domenicali. Sei pagine, in un formato oggi non più in circolazione, dattiloscritte e con alcuni disegni fatti a mano.  Terra Del Sole Cittadella Medicea, un “ciclostilato in proprio”, datato 7 Giugno 1958, poco più di due mesi prima che io nascessi nel “borgo di sotto”.

Sono forse uno degli ultimi nati in paese, con l’ausilio della balia e non all’ospedale forlivese. Sono stato bazzettato da Don Enzo che mi ha anche cresimato.

Ho frequenato l’asilo delle suore, in parrocchia ho fatto il “catechismo”, sono stato anche chierichetto alle messe di Don Enzo e l’ho accompagnato alle benedizioni pasquali nelle case del paese. Ho partecipato a tutte le iniziative della parrocchia, dalle “colonie estive” alle gite a Monte Paolo, ai campeggi sull’Appennino. Alle recite natalizie nel teatrino del “Calderone” impersonavo sempre Gesù bambino. Ho frequentato le scuole elementari quando erano ancora dentro al Palazzo Pretorio. Don Enzo è stato anche il mio insegnante di religione alle scuole medie.

A noi bambini Don Enzo ci ha sempre raccontato, fatto conoscere e amare il Nostro piccolo paese, come fosse un gioiello antico e prezioso da preservare con gelosia.

Assieme ai coetanei ho “esplorato” ogni angolo della fortezza, dalle gallerie delle “casematte” alle cantine e ai solai delle case nei borghi.

Poi crescendo sono uscito da “dentro le mura” e ho conosciuto anche altri appassionati di storia locale, come il laico Abramo Tronconi al quale si deve la prima biblioteca comunale. Abramo si è adoperato attivamente  per salvare dalla polvere degli scantinati del municipio i documenti antichi che sono diventati l’Archivio storico di cui mi vanto di aver avuto l’onore di inaugurare.

Ho sempre reso pubbliche le mie critiche, costruttive e non polemiche, verso la ricerca storica di Don Enzo su Terra del Sole impostata con quella sua lente un po’ deforme di chi ha scritto una grande dedica d’amore.

Ma riconosco a Don Enzo il merito enorme di aver fatto emergere in noi terrassolani l’amore verso il Nostro paese. Forse quel vecchio ciclostilato è la prima vera prova di stampa della passione di Don Enzo.

[Don Enzo Donatini, Londa (FI), 19/04/1920 - Terra del Sole (FC) 17/09/2016]

 Forlì, 7 aprile 2022 - Claudio Torrenzieri

venerdì 9 gennaio 2009

Sopravvivenze etrusche e romane

Etruscan Roman Remains in Popular Tradition by Charles Godfrey Leland [1892]
THERE is in Northern Italy a mountain district known as La Romagna Toscana, the inhabitants of which speak a rude form of the Bolognese dialect. These Romagnoli are manifestly a very ancient race, and appear to have preserved traditions and observances little changed from an incredibly early time. It has been a question of late years whether the Bolognese are of Etrurian origin, and it seems to have been generally decided that they are not. With this I have nothing whatever to do. They were probably there before the Etruscans. But the latter at one time held all Italy, and it is very likely that they left in remote districts those traces of their culture to which this book refers. The name Romagna is applied to their district because it once formed part of the Papal or Roman dominion, and it is not to be confounded with La Romagna proper. Roughly speaking, the region to which I refer may be described as lying between Forli and Ravenna. Among these people, stregeria, or witchcraft--or, as I have heard it called, "la vecchia religione" (or "the old religion")--exists to a degree which would even astonish many Italians. This stregeria, or old religion, is something more than a sorcery, and something less than a faith. It consists in remains of a mythology of spirits, the principal of whom preserve the names and attributes of the old Etruscan gods, such as Tinia, or Jupiter, Faflon, or Bacchus, and Teramo (in Etruscan Turms), or Mercury. With these there still exist, in a few memories, the most ancient Roman rural deities, such as Silvanus, Palus, Pan, and the Fauns. To all of these invocations or prayers in rude metrical form are still addressed, or are at least preserved, and there are many stories current regarding them. All of these names, with their attributes, descriptions of spirits or gods, invocations and legends, will be found in this work.
visualizza tutto il testo originale su Canadian Libraries e sfoglialo in formato Flip book

C’è nel Nord Italia una zona montagnosa conosciuta come La Romagna Toscana, i cui abitanti parlano una forma grezza di dialetto bolognese.
Questi Romagnoli sono evidentemente una razza molto antica e pare abbiano preservato tradizioni ed usi quasi immutati da un periodo di tempo incredibilmente antico.
Negli ultimi anni si è disquisito sulla possibile origine etrusca dei Bolognesi e pare si sia deciso che non lo sono.
Nulla da dire, a questo riguardo: probabilmente loro erano li prima degli Etruschi.
Ma questi ultimi hanno in un certo periodo dominato tutta l'Italia ed è molto probabile che abbiano lasciato in zone remote quelle tracce della loro cultura di cui parla questo libro.
Il nome Romagna viene applicato a quella zona perché un tempo essa faceva parte del dominio papale o romano.
Per intenderci, la regione di cui parlo si può descrivere come quella tra Forlì e Ravenna.
Tra questa gente la stregheria o stregoneria - o, come ho udito chiamarla, "la vecchia religione" - esiste ad un grado tale che molti Italiani ne rimarrebbero stupiti.
Questa stregheria, o vecchia religione, è qualcosa di più della magia e qualcosa di meno di una fede.
Consiste nelle rimanenze di una mitologia di spiriti, i principali dei quali conservano i nomi e gli attributi degli antichi Dei Etruschi come Tinia o Jupiter -, Faflon - o Bacco - e Teramo (in Etrusco Turms) - o Mercurio -. Accanto ad essi continuano ad esistere, nei ricordi di pochi, le Divinità rurali Romane più antiche come Silvanus, Palus, Pan ed i Fauni.
A tutti loro vengono tuttora indirizzate - o almeno conservate - le invocazioni o preghiere in grezze forme metriche e vi sono molte storie attuali a loro riguardo.
Tutti questi nomi, con i loro attributi, le descrizioni di spiriti o Dei, invocazioni e leggende si trovano in questa opera. (...)

ARADIA O IL VANGELO DELLE STREGHE
Di fatto le vecchie usanze stanno scomparendo con una rapidità talmente incredibile che fonti autorevoli mi assicurano — e posso infatti rendermene conto personalmente — che ciò che io stesso ho raccolto o che era stato trascritto per me dieci anni fa nella Romagna Toscana da un’abile collaboratrice, non potrebbe oggi essere raccolto da nessuno, in quanto non esiste più tranne che nei ricordi di pochi vecchi stregoni, che stanno scomparendo giorno dopo giorno senza lasciare traccia. Sta scomparendo — è quasi scomparso.

Charles Godfrey Leland (1824-1903)
Studioso di folklore e di tradizioni popolari di origine americana che trascorse gran parte della sua vita in Europa, particolarmente in Italia e in Francia.
Di idee socialiste, fu "iniziato" nel 1888 ad un culto stregonico detto "Romagna-Toscana" da una strega da lui chiamata "Maddalena
Taluti" o Margherita Taleni o Zaleni originaria di Rocca San Casciano. (vedi anche su books.google e una interessante, accurata e critica recensione su il Vangelo delle streghe)
Nel 1897 la stessa avrebbe consegnato al Leland un manoscritto dal quale egli trasse il suo "Aradia" o "Il vangelo delle streghe" pubblicato nel 1899.

In Leland's biography, Pennell mentions running across his manuscript notes where he writes of Maddalena:
"a young woman who would have been taken for a Gypsy in England, but in whose face, in Italy, I soon learned to know the antique Etruscan, with its strange mysteries, to which was added the indefinable glance of the Witch. She was from the Romagna Toscana, born in the heart of its unsurpassingly wild and romantic scenery, amid cliffs, headlong torrents, forests, and old legendary castles. I did not gather all the facts for a long time, but gradually found that she was of a Witch family, or one whose members had, from time to immemorial, told fortunes, repeated ancient legends, gathered incantations, and learned how to intone them, prepared enchanted medicines, philtres, or spells. As a girl, her Witch grandmother, aunt, and especially her stepmother brought her up to believe in her destiny as a sorceress, and taught her in the forests, afar from human ear, to chant in strange prescribed tones, incantations or evocations to the ancient gods of Italy, under names but little changed, who are now known as folletti, spiriti, fate, or lari - the Lares or household goblins of the ancient Etruscans."
Elizabeth Robins Pennell Charles Godfrey Leland: a Biography (1906)

Una curiosità:
Abbiamo cercato su google i termini:
«"romagna toscana" streghe» trovando, su tutto il web, 1.210
corrispondenze di cui ben 1.120 pagine in italiano;
abbiamo poi ristretto la ricerca ai termini, più specifici, di «"romagna toscana" stregheria», trovando 55 corrispondenze di cui 22 pagine in italiano;
abbiamo fatto un'altra ricerca ancor più restrittiva sui termini «"romagna toscana" "vecchia religione"» trovando ben 188 corrispondenze di cui ben 68 pagine in italiano.
La ricerca non ha avuto pretese statistiche ma solamente verificare quanto sia diffuso l'accostamento dei termini «"romagna toscana" wicca».

giovedì 8 gennaio 2009

UN ANTICO LUNARIO FORLIVESE: IL CIABATTINO

Ancora nei primi anni del secolo (scorso) vedevi incollato nel muro dei fondaci dei vecchi calzolai il Ciabattino, lunario che ornava la testa d'una vignetta curiosa.
Il rattoppatore, seduto davanti al deschetto, preso dall'ira appariva in atto di scagliare una scarpa al cane, venuto a fargli un complimento a gamba levata su ciabatte, forme e tomaie, proprio sotto il naso.
Vecchio ormai, il n aveva perduta la pazienza. Non era più in lui l'antica filosofia tratta dal fondo del bicchiere nelle Compagnie degli Orti, solito un tempo ad ammanirla ai collegi suoi in forma di consigli.
Quanti mutamenti aveva fatto con il volgere degli anni: astrologo, politico, patriota, moralista, ridanciano, per restare in piedi s'era dato a seguire più che i propri gli umori del pubblico, così che partendo dal serio, dal togato e sentenzioso, scivolato nelle satire burlesche … finiva con una puntarella quasi nella pornografia. …
Il lunario è ricordato da Carlo Piancastelli in Pronostici e Almanacchi fra i più caratteristici: Il Ciabattino/Astronomo/per l'Anno/183, Forlì, presso Luigi Bordandini …
Per l'editore nel titolo più che nel contenuto risiedeva il segreto del successo, in un paese dall'artigianato fiorente, con numerosi calzolai, classe destinata ad offrire il maggior quantitativo di volontari a Garibaldi, rispetto alle altre, forse in ragione di un mestiere che può risolvere gli impegni nella giornata. … Tott al volt che me a j ho scrett Queich strambott da è mi banchett, Am so sempar inzignè d' dì al parol dla viritè.
Osserva Carlo Piancastelli che le canzonette del Ciabattino, da allora sino ai primi del '900, ancorchè volte ad argomenti scurrili, piene di frizzi mordaci furono tra le più belle apparse nel tempo sui lunari romagnoli. … In fatto di predizioni atmosferiche .. tutti i lunari di questo mondo recano il caldo in estate, il freddo nell'inverno:
E luneri fainten
E mett l'acqua quant cla ven.
E luneri nov e mett l'acqua quant che piov.
… A rompere la tradizione fu proprio l'antico Ciabattino, che predisse la neve nel mese d'agosto … un vecchio tipografo narrò l'evento curioso:
- Neve …
- Mo sl'è e mes d'agost …
- N'impota: ac luneri sarebal se mitess precis a ch'itar ?
… Dop a tant i furlivis finalment iss è decis a' tum zò, por tribulaz, dal tlaragn d'un suiartaz, … L'an passè e Zavaten arturned tra i citaden us mitepp a lavurè tott cuntent dla libarté parchè dri a e su banchett e sta mei ch'ne in te sufett. … per l'Anno bisestile 1928, l'ultima volta

... un altro lunario di formato minuscolo era stampato dall'altra ditta forlivese Bordandini. ... Il titolo dell'almanacco edito dai Bordandini era il «Ciabattino Astronomo», e chi lo suggerì non tenne in nessun conto i versi danteschi che a Guido Bonatti danno per compagno nell’Inferno il ciabbattino parmigiano Asdente (Inferno, canto XX, 118-120). Dell’almanacco conservo questi anni:
«Il Ciabattino Astronomo per l'anno 1830», Forlì, Bordandini, -32°, pag. 48. Il discorso generale contiene la solita meteorologia, e le solite previsioni di avvenimenti, brevissime e vaghe; altri simili pronostici sono intercalati nel corso dell'anno. Somiglianti sono altri a. 1833, ‘35, ‘36, e ‘46. Il ‘47 porta questo titolo:
« Capo d'anno del vecchio Ciabattino Forlivese agli artigiani suoi colleghi. Per l'Anno 1847», Forlì, Bordandini, - 32°, pag. 38: nessun pronostico. … "Eguale intestazione ha l'almanacco pel ‘48: …>". Nel ‘49 si fanno voti che il nuovo anno «ci riesca propizio, … ».
Nel ‘50 muta è la politica, e il discorso è tutto di morale civile. Così nel ‘51 e ‘52. Nel lunario del ‘53, «Il Vecchio Astronomo», non c'è più alcun discorso, bensì il Ragguaglio tra le monete tedesche, francesi e romane. Si prosegue di tal guisa sino al ‘58; poi si sopprime anche il ragguaglio, e il libretto si riduce a un nudo calendario.
L'almanacco fu, nel suo ultimo tipo, stampato anche in foglio volante, e io ne ho gli anni 1853, ‘54, e ‘56; poi l’a. 1872 che reca una poesia italiana sul ciabattino e un'altra sul fabbroferraio, e l’a. 1875 con «Una pagina pagina di storia. Guido da Montefeltro e la rotta dei francesi presso Forlì».
La rozza silografia posta sotto il titolo rappresenta un ciabattino seduto al suo deschetto, in atto di scagliare una forma di scarpa a un cane che fa immondezza; in alto le immagini del sole e della luna. La silografia si ripete poi invariata, meno i due astri che dopo il ‘96 si eclissano. Dall’81 in avanti appare una canzonetta in vernacolo, ….

Giustifica(zioni) e Notizie (c)he concernono la conservaz(ione) delli Privilegy del Sag. Mo(nte) della Pieta' di Forli


Sul Monte della Pietà di Forlì, ormai da troppi decenni, aleggia il mistero sul suo antico archivio:
dapprima conteso fra laici ed ecclesiastici, in seguito disperso ed espoliato dalle truppe napoleoniche ed infine distrutto dagli eventi bellici della seconda guerra mondiale.
Per la storia moderna di Forlì una perdita incalcolabile: un vero e proprio vuoto di memoria storica e documentaria sulla "più importante pia istituzione cittadina" di antica memoria.
Una lacuna enorme se si pensa al ruolo sociale, culturale ed economico svolto dal Monte della Pietà fra l'inizio del '500 e la fine dell'800, fra rinascimento e rivoluzione industriale; insomma, una pagina bianca nella bibliografia tematica regionale e non solo.
Già nell'inventario degli Archivi delle Provincie dell'Emila Romagna del 1861, alla voce d'indice "Congregazione di Carità" si leggeva « ... chi voglia giovarsi degli antichi documenti di tali fondazioni, non può farlo sì agevolmente; perché, mentre l'archivio è ben custodito nella sua parte moderna, nella parte più antica, per contrario, offre l'aspetto di una dimentica congeria di carte; tanto che a mala pena vi potremmo prender notizia dell'esistenza di alcuni libri attinenti allo spedale maggiore ed al Monte di Pietà, che risalgono alla metà del secolo XVI».
Nella scheda relativa dell'Archivio di Stato di Forlì, a mano è stato scritto «Il Monte di Pietà di Forlì è stato assorbito dalla Cassa dei Risparmi di Forlì nel 1948 - L'archivio, antichissimo, con atti del 1200, è stato distrutto a seguito degli eventi bellici della 2a Guerra Mondiale - Informazione curata dal Rag. Mosti, vecchio impiegato del Monte di Pietà di Forlì, il quale ha vissuto tali vicende.»
Sempre in Archivio di Stato, nel cenno storico dell'inventario degli Enti Comunali di Assistenza si trova la seguente nota «Purtroppo le carte del periodo "Congregazione di Carità" sono andate distrutte, salvo poche eccezioni che si possono notare nell'inventario che segue, a causa di un incendio verificatosi nei locali ove le carte erano conservate (piani superiori del Monte dei Pegni, via Saffi 2/A), locali occupati nell'inverno del 1944-45 dalle truppe alleate.»
Così pure nella pubblicistica contemporanea, dalle guide ai saggi storici ai trattati architettonici, i riferimenti al Sacro Monte della Pietà di Forlì sono succinti, limitati, e le scarne notizie sono sempre tratte dalla precedente bibliografia.
Da alcuni mesi però, spinti da curiosità, spirito di ricerca e da un'indagine a tutto campo, che ha "scandagliato" i vari archivi., "setacciato" tutto quanto pubblicato e, come in una "caccia al tesoro", "scovato" alcuni indizi di riferimento, è emerso che alcuni fondi d'archivio (poco più di una decina di filze manoscritte, variamente datate e in precario stato conservativo) sono rintracciabili nell'archivio della Cassa dei Risparmi di Forlì, ma ancor meglio, è stato ritrovato e poi restaurato un intero volume del '700 intitolato:
GIUSTIFICA(zioni) E NOTIZIE CHE CONCERNONO LA CONSERVAZ(ione)
DELLI PRIVILEGI DEL SAG. MO(nte) DELLA PIETA' DI FORLI'


carta 1 r
«In Dei Nomine Amen. Anno ab eiusdem Nazinitate Mi(lle)
Septigesimo decimo nono Sedente Sanctissimo Domino Nvo (_)

Providentia Papa Clemente Undecimo Indetto duodecima (-)

nevo terzia Jannary

Hoc Ego Transumputm quorandam Consiliorum Secreti et Ge(nerali)

respective per me infrascriptum Ill.ma Comunitatis Civ(-)
ny factum, licet aliena manu tamen mihi fida ex libri(_)
Consiliorum dicte Civitatis de Anno 1505 usque ad a(nno)
1511 existen in Secretaria dicta Comunitatis tenoris se(guente)
Die 21 Marty 1510
Congregato et cohadunato Consilio Generali in loco cconsueto
ad sonum Campana parve, ut moris est in quo grid(-)
interfuerunt Sexdecim Consiliary, et inter eos per omny
fuit obtentum infrascriptum partitum proponendum in (-)
Ludo fiat Mons Pietatis
Dicto die
Congregato et cohadunato Consilio generali in loco (-)
solito ad sonum Campane grosse et parve, ut mo(-)
(-) premisso per Iisonem publicum in presenzia (-)



 omnium Consiliorum deficientum in dicto Consilio(-)
quidem Consilio interfuerunt quinquaginta unus Consilia (-)
me Matheum Cancellarium infracriptum publice, et (-)
fuir propositum in dicto Consilio, quale per Consili(-)
fuerat obtentum pred-ta partita proponenda in p(-)
quibus arengari pecty more solito super quibus exi(-)
infrascripti Arengatore (-) omissis alys (-)
et post solitas Arengas fuit factum infrascriptum (-)
 fuit dictum per me Cancellarium inf(-)
placet quod Mons Pietatis fiat et ei dentur pro elemosyna, et
pro p≈nti anno applicentum ille centum libre bo≈ quas habere debe=
rent Confalonery pro P≈nti anno, et etian ille centum duecentarum bon≈ in
ludi Litterary Scolarum, et totum Salarium unius Anni omnium Pif
farorum, ponat fabam albam, quadraginta novem albas, et duas nigras
Ego Oratius Marcianesius Notarius, et Secret.s dicte Comunitatis
ut supra extraxi, et signavi »

Oratio Venerandi P. Fratis Francisci de Castrocaro 1521

APERTURA DELLE PORTE E NUOVA STRADA A TERRA DEL SOLE

La trascrizione di questi documenti riveste un'importanza enorme per la storia urbanistica della città-fortificata di Terra del Sole.
Questi documenti ci consentono, per la prima volta, non solo di datare la trasformazione viaria, interna ed esterna al perimetro difensivo murario della fortezza, ma anche di leggere e rappresentare come era organizzata la struttura urbana originaria della fortezza stessa.
Le opere che vengono periziate ed eseguite si datano al periodo immediatamente successivo alla riorganizzazione amministrativa del Granducato (La riforma amministrativa del Granducato di Toscana) e alla conseguente "smilitarizzazione" e "sdemanializzazione" della fortezza stessa.
Dalla lettura dei documenti appare evidente che fin dalla sua costruzione la fortezza possedeva un solo accesso posto, in direzione di Castrocaro, sotto la rocchetta di Porta Fiorentina, ma non eravamo in grado di leggere come questo ingresso fosse organizzato da un punto di vista prettamente urbanistico.

rilievo della cittadella fortificata con le rispettive porte, qui citate con la denominazione Quartiere del Capitano e Quartiere del Maggiore, ed i 4 torrioni angolari con contramine e aree boscate all'interno - rilievo del palazzo inserito nel proprio contesto della cittadella fortificata; indicato il cortile interno con pozzo - rilievo della chiesa inserito nel contesto urbano della cittadella fortificata, con perimetrazione dell'orto attiguo - rilievo della chiesa sulla ex via Lungo le Mura inserito nel contesto urbano della cittadella fortificata; indicati il vicino orto e mulino per polvere da sparo
- pianta, scala braccia 300 fiorentine - rilievo (1747, iscr.) In: disegno su carta opaca a china, acquerello, lapis



Così come non si era in grado di leggere e rappresentare le strutture edilizie di accesso alla fortezza perché i manufatti odierni non lasciano tracce pre-esistenti.
Si era a conoscenza della presenza di un ponte d'accesso esterno e, pur avendone la descrizione mancava però una sua rappresentazione grafica.
Le minute delle missive e delle perizie fanno riferimento a "disegni acclusi", ma questi non sono presenti nella documentazione archivistica locale, per cui ci siamo spinti fino a Firenze a ricercare le relative corrispondenze.
Ma all'Archivio di Stato di Firenze non si trovano più i documenti di riferimento che ci interessano, sia le missive di risposta sia i cosiddetti "disegni acclusi".
Solo un'intuizione ci ha portati a svolgere la stessa ricerca nell'Archivio Comunale di Firenze, intuizione che non aveva di per se grandi speranze in quanto la documentazione di cui trattiamo poteva essere solo nell'archivio di Stato depositario delle memorie del Granducato.
Invece, con la riforma amministrativa di Pietro Leopoldo una parte consistente di documenti è confluita in quella che sezione così detta della Provincia e quindi come tale soggetta al controllo non più del potere centrale del Granducato ma di quello decentrato dei Vicariati.
In effetti ricercando le corrispondenze di date, abbiamo ritrovato in una miscellanea settecentesca di mappe proprio le carte a cui facevano riferimento le missive e le perizie di Terra del Sole.
Le carte non presentano una datazione certa, ma le titolazioni, le descrizioni e le legende presenti a corredo delle mappe non lasciano dubbi in proposito, siamo in presenza dei rilievi eseguiti per lo svolgimento dei lavori descritti nei documenti d'archivio di Terra del Sole.
La rappresentazione grafica è precisa e puntuale al punto che gli interventi edilizi di trasformazione sono evidenziati con una coloritura acquarellata (in giallo per le demolizioni e in rosso per le nuove costruzioni).
Si scopre così che l'accesso dalla Porta Fiorentina avveniva con un percorso "tortuoso" tutto interno alla rocchetta e non in linea retta dal ponte esterno come è al presente dopo le trasformazioni dell'epoca.



Atti dei Cancellieri F. 33 Francesco Lupi
Archivio storico di Terra del Sole

Carta 37 v. r. + carta 38v (pianta della strada da Castrocaro a TDS con ponte sul Rio sasso) continua a carta 42v r

carta 86 verso copia Adi 9 Gennaio 1775

Dimostrazione delle spese, che all’incirca si crede necessaria per l’ampliamento della Porta della Terra del Sole e porta da farsi per unire, che guarda verso la Città di Forlì, situata sotto il quartiere del S.re Maggiore, con l’importare della spesa per la fare la nuova strada, fino all’antica e praticata strada, che conduce a Forlì e Faenza.




rilievo della porzione centrale della Fortezza con Porta Fiorentina con indicazione di una porzione di città al di dentro ed al di fuori delle mura; sovrapposto tra lo stato di fatto e quello di progetto conseguente i lavori di allargamento della strada di accesso alla fortezzapianta, scala braccia 60 fiorentine - rilievo, progetto di riduzione (1761, attr.) In: disegno su carta opaca a china, acquerello di: De Baillou F.










rilievo della porzione centrale della Fortezza con Porta Fiorentina con indicazione di una porzione di città al di dentro ed al di fuori delle mura; sovrapposto tra lo stato di fatto e quello di progetto conseguente i lavori di allargamento della strada di accesso alla fortezza
sezione, scala braccia 60 fiorentine - rilievo, progetto di riduzione (1761, attr.) In: disegno su carta opaca a china, acquerello di: De Baillou F.





1mo: Per formare la porta dell’ingresso in diritta linea del ponte, e del corpo di guardia, e così si fugge la ripida tromba per cui va fatto un sfondo sotto il finestrone che da lume a detto corpo di guardia, con farvi le spallette di grossezza di un braccio, e larga simile, consistente in tutto braccia 20, da valutarsi lire 6 il braccio comprese le cantine, ed armature, lo sguancio di detta porta consiste in braccia 22 da valutarsi lire 3 il braccio, quale va collegato con l’area, e spallette secondo l’arte, e questo importa tutto scudi bolognini 186 e per l’atterramento del muro se sfondo scudi bolognini 30

Va riserrata la tromba con un muro di mezzo braccio, che quadre ve ne occorreranno braccia 100: a ragione di lire 1:10 il braccio importa scudi bolognini 150

Altro sfondo simile da riserrarsi, con lasciarvi una porta in mezzo, e vi occorre li stessa spesa di sopra scudi bolognini 150

Vanno rifatte due spallette all’ultimo arco del ponte, che in oggi sono di legno, e queste doveranno essere grosse un quarto di braccio, e lunghe tutte e due circa 20 braccia, che si valutano per una il braccio importo scudi bolognini 30

Uniti alla suddetta porta vi occorrono due muri per formare la strada e ritenere il ripieno di essa, il primo che resta a mano destra dovrà essere lungo braccia 30 fatto ad angolo ottuso, alto braccia 4 di ragguagliato, grosso in pianta un braccio e un quarto, e nella sommità tre quarti, che si valuta scudi bolognini 1:10 il braccio importa scudi bolognini 120

L’altro muro dovrà essere di braccia 60 quadre, e sosterrà la terra, che rimane superiore alla strada ed importa scudi 90

Per fare lo sterro, vi occorreranno in circa scudi 70

Per formare la strada con suo selciato sopra a calcina, con fondi di ghiaia, lungo braccia 30, e larga braccia 8, a ragione di scudi bolognini 23:4 il braccio importa 160

E più braccia 192 di selciato di sasso per cultelli, che forma il totale della strada per unirsi al borgo, che a scudi bolognini 20 il braccio importa 96

L’altra porta da farsi nuova per opere in quanto simili alla sopra descritta vi occorrerà la spesa che si riporta tutta in un corpo di scudi bolognini 892



rilievo della porzione centrale della Fortezza con Porta Romana con indicazione di una porzione di città al di dentro ed al di fuori delle mura; sovrapposto tra lo stato di fatto e quello di progetto conseguente i lavori di allargamento della via Maestra con indicazione della riapertura della porta pianta, scala braccia 60 fiorentine - rilievo, progetto di riduzione (1761, attr.)
In: disegno su carta opaca a china, acquerello di: De Baillou F.












rilievo della porzione centrale della Fortezza con al centro Porta Romana; sovrapposto tra lo stato di fatto e quello di progetto conseguente i lavori di allargamento della via Maestra
sezione, scala braccia 60 fiorentine - rilievo, progetto di riduzione (1761, attr,) In: disegno su carta opaca a china, acquerello di: De Baillou F.








Per sfondare la porta già esistente, la quale si vede riserrata con un muro grosso braccia 6 fu considerato occorervi la spesa in circa di lire 100

Per fare il selciato sotto il voltone dove esiste la porta suddetta che ve occorrono braccai 40 di lunghezza e braccia 8 di larghezza a scudi bolognini 13:4 il braccio importa 213:6.8

Sotto detto voltone c’è uno sfondo che serviva per camino in oggi rovinato, come pure altre due usci senza porta, che vanno riserrati, e il tutto murato con la spesa in circa scudi 70

Usciti fuori dalla porta a seguitando la nuova strada va fatto un ponticello per servizio del corpo dell’acque della fossa lunga braccia 8 e di luce braccia 4 e di rigoglio braccia 1 e mezzo mporta scudi bolognini 132

Che per una parte posa sul muro maestro e dall’altra vi occorre la sua pila di braccia 4 di altezza e di grossezza braccia uno e mezzo lungo braccio otto, si riporta lire 72

Le pedate di detto ponte dovranno essere di lunghezza braccia sedici, e alte braccia tre, di ragguagliato grossa un braccio, che ascendono a braccia novantasei a scudi bolognini 1:10 il braccio importano 144

Va fatto il ripieno di sasso grosso, dentro la detta pedatura e vi occorrerà la spesa di lire 50
Va fatto braccia venti di selciato in calcina, largo braccia otto che si valuta scudi bolognini 13:4 il braccio importa 106:13:4

Unito a dette pedate vi occorrerà il suo inghiaiato per formare la nuova strada di braccia dugento sessantotto di lunghezza, e braccia otto di larghezza, con sue guide d’ambo le parti alte mezzo braccio con empirà dentro di tutto sasso grosso, e sopra ghiaia minuta, fatta a schiena d’asino alta sul colmo un braccio che a ragione di soldi cinque il braccio scudi bolognini 536

In seguito si ritrova un monticello, quale per la lunghezza di braccia ottanta, e largo braccia otto, vi occorrerà lo sterro alto braccia due di ragguagliato, vi occorrerà la spesa di circa 100

Per la suddetta estensione di braccia ottanta, vi occorrono le sue spallette alte un terzo di braccio, con impirle di sasso grosso e ricoprirle di ghiaia minuta fatto a schiena d’asino, alto in mezzo due terzi di braccio, che si valuta soldi bolognini 1:6:8 il braccio
Andante in porta 106:13:42

Si trova il Rio detto di Calbora, sopra il quale vi occorre un ponte, con sue pile, alte braccia sette, e grossa braccia due, e lunghe braccia otto, a lire una a soldi 20 il braccio importano soldi bolognini 168

La volta di detto ponte, sarà lunga braccia otto, e di luce braccia sei, con braccia due di rigoglio, che si valuta lire tre il braccio quadro compresovi cortine e armature importa soldi bolognini 192
A detto ponte vi vanno fatte le sue pedate, che ascendono a braccia trentadue, alte braccia sei, e grosse braccio mezzo, che a lire una e soldi 10 il braccio importano soldi bolognini 432

Sopra la volta, si dovrà farvi lo smalto, e il resifianco, con la spesa sopra detta la spalletta di detto ponte da farsi d’assito le parti di lunghezza braccia dieci l’una, e alte braccia uno e grosse tre quarti, e coperte con sua guida di pietra lavorata a scalpello, si valuta lire 2 il braccio importa soldi bolognini 40

Sopra detto ponte si dovrà fare il suo selciato a calcina lungo braccia 10 e largo braccia sei e mezzo, che a soldi bolognini 13:4 il braccio importano 43:6:8

Seguitando la strada che da detto ponte conduce a altra strada maestra sopra il rio spadone, e passa sopra i beni dei signori Giulianini per la lunghezza di braccia 170 e larghezza braccia otto da farsi come l’altra descritta, che a lire una soldi sei e denari 8 il braccio andante importa il tutto soldi bolognini 226:13:4

Altra strada che rientra in altra, che conduce pure a Forlì, e confina col fiume Montone, necessaria farsi per chiudere tutta la strada, e così obbligare li passeggieri a passare dentro la Terra del Sole, e questa di lunghezza braccia 300, e per la lunghezza braccia sei, che a lire una il braccio andante importa 300 e da farsi come la sopra descritta dovrassi poi stimare il solo, che si occuperà con detta strada, e a riserva di braccia otto, che la possiede li signori fratelli Giulianini, tutto l’altro è di sua altezza reale, in oggi è a livello al sig. Giuseppe Giulianini, e dal signor Angelo Ronchivecchi.
Vincenzo Magli Deputato
Io mastro Piero Biagiolini muratore della parte e perito detto per formare la sopra descritta relazione, quale ho fatta con l’intervento e assistenza del sopradetto s.re Vincenzo Magli, a fermo et approvo in tutte le sue parti il contenuto di essa …. In fede mano propria

carta 90 recto
Illustrissimi signori,
essendo stata per partito del di 9 del corrente luglio 1775 dalle signorie loro illustrissime commessa a me Giorgio Brenti di Portico, e Pietro Biagiolini di Castrocaro l’esecuzione dei lavori da farsi per aprire la Porta della Terra del Sole, e fare una nuova strada che vada a unirsi e imboccarsi nella strada vecchia, che conduce a Forlì e Faenza, con spesa di cinquemillasei lire, soldi tredici e denari quattro: che però essendomi io nel di 12 luglio antedetto trasferitomi in faccia del luogo per operare e vedere la situazione del sito destinato per fare, e formare la nuova strada, ed avendo veduto, che una porzione di essa dovrebbesi fare, secondo la relazione, in luogo assai paludoso, poco battuto dal sole a motivo delle mura della fortezza, e del palazzo del Signor Maggiore, sottoposto a ghiacci, e nevi in tempo d’inverno e per conseguenza in detto tempo impraticabile, ed anco in altro, in cui abbondassero le piogge; e premendomi d’incontrare il genio di Sua Altezza Serenissima, perché non debba dispiacerli la spesa, che s’impiegherà in detta strada, come anco perché non siino in appresso moltiplicate alla Comunità le spese nel doverla mantenere, e nel tempo stesso per non oppormi ad essere riconvenuto, che dopo aver visitato il luogo, e conosciuto l’abaglio preso, non ebbi detto il mio parere e debole sentimento. Avanzo pertanto alle signorie loro illustrissime queste mie riflessioni per non esserne responsabile in caso non piacesse il lavoro eseguito nella situazione descritta nella relazione, soggiungendogli e mettendogli in veduta, che questo tratto di strada, con la medesima spesa o poco piu’, potrebbesi fare circa braccia trenta piu su, in sito piu’ eminente, piu’ aperto, piu’ esposto al sole, piu’ stabile, piu’ comodo, e non sottoposto a divisati pericoli ed altri, che di esporre tralascio.
In caso poi che le signorie loro illustrissime voglino, e comandino, che questo tratto di strada sia fatto nel luogo descritto dalla relazione, io lo eseguirò a norma delle loro determinazioni, sempre però senza quel pregiudizio, e danno, che me ne potrebbe resultare per tali dipendenze. Che è quanto, rimettendomi sempre al piu’ saggio loro parere. E con umile ossequio mi dichiaro
Delle signorie loro illustrissime
Adi, 16 luglio 1775
Umilissimo, devotissimo,servilissimo Giorgio Brenti Capo muratore.






rilievo del dissesto murario di una porzione della cortina muraria della fortezza; i dissesti sono individuati tramite lettera e descritti in legenda

prospetto, pianta, scala braccia 50 fiorentine - rilievo, progetto di restauro (1761, attr.)








rilievo del dissesto murario di una porzione della cortina muraria della fortezza con indicazione dei materiali

sezione, scala braccia 20 fiorentine - rilievo, progetto di restauro (1761, attr.)
In: disegno su carta opaca a china, acquerello di: De Baillou F.


Carta 91 recto
Adi 4 agosto 1775
Illustrissimi stimatori della lega della comunità della Terra del Sole , e Castrocaro, si porteranno a visitare, riscontrare e descrivere i beni liberati tanto dentro che fuori, di questa soppressa fortezza, concessi a livello alti (sic)…Angiolo Ronchivecchi da Sua Altezza Serenissima, a cui appartiene tal terreno, con dare la giusta e fedele stima di ciò che paia per occuparsi a forma della relazione di Maestro Pietro Biagiolini , capo muratore in occasione della nuova strada, ed apertura della porta, che guarda la città di Forlì, come ancora per lo sfondo del muro che si fa alla vecchia porta, con dare la sua valuta a quelle braccia di terreno, che si occup, il tutto come dalla relazione alla mano ed assistenza del Capo Mastro Giorgio Brenti direttore ed esecutore di tali lavori.
Nelle stime suddette indicheranno il Signor Angiolo Ronchivecchi livellario, acciò possa essere presente alla medesima oppure delegare la persona, come ancora per ciò che riguarda l’intereresse di Sua Altezza Serenissima, chiameranno il Signor Vincenzo Magli come rogante e deputato dall’Amministrazione quale rappresentante della città di Firenze.
Dapprima eseguiranno quanto sopra alla presenza dei signori rappresentanti e deputati la Comunità (carta 91 v.) a cui appartiene l’invigilare ed il tutto faranno con esatta puntualità , e coscienza,……al giuramento da essi preso….separatamente e da me descrittoli ….
Stefano Giulianini estimatore.
E terminata che avranno detta perizia e stima porteranno il tutto ben dettagliato in questa cancelleria con specificato capo per capo e tutto a regola d’arte e conforme al proprio preciso loro dovere …..

Angelo Abbondanzi
Jacopo Valentini
Francesco Lupi cancelliere
Adi 17 agosto 1775
Noi stimatori della lega d’ordine come sopra ci siamo portati in questo giorno unitamente con i suddetti rappresentanti la Comunità per visitare un pezzo di terreno di Sua Altezza Reale situato all’interno di questa soppressa Fortezza della Terra del Sole, e contiguo al quartiere dove abitava il Capitano al tempo del presidio, e annesso alla vecchia Porta, che conduce a Castrocaro, nel qual terreno vi deve ora passare la Nuova strada a primo direttamente la lunghezza di braccia 201, e larghezza di braccia 10, e per detto terreno obliquamente per la lunghezza di braccia 12 e larghezza di braccia 6 , essendo la misura presa dai Capi Maestri Muratori Giorgio Brenti e Pietro Biagiolini, avendolo dunque presentemente esaminato e considerato del medesimo la posizione e direzione, abbiamo veduto essere un terreno sassoso,che forma parte del stelicidio (SIC ???) che circonda detta abitazione, ed in oggi volgarmente vien detto Fossone,ed abbiamo notato essere detto Fossone stato fatto non tanto per dare il corso alle acque, ma ancora per dar la luce a tre camere sotterranee denominate cantine, sicchè giudichiamo non esservi nulla da stimare, solo è necessario di domandare all’Altezza Serenissima la grazia per ridurre detto terreno in una posizione diversa da quella che è di presente per potervi sopra formare il predetto prezzo per la nuova strada.
Abbia in oltre esaminato e considerato il margine di detto Fossone sul quale devesi dirigere la detta strada, ed abbiamo trovato esservi alcune piccole piante di gelsi non ridotte al domestico, delle quali se ne dovrà levare una, e per quanto ci dimostrano le nostre giuste osservazioni fatte crediamo di dovere quella considerare lire due.

Ci siamo ancora unitamente con i sopra nominati signori rappresentanti la Comunità portati a visitare altro pezzo di Terreno parimenti di Sua Altezza Reale nell’interno della già detta soppressa Fortezza della Terra del Sole e questo situato sotto all’abbitazione, che in oggi viene abbitata dal Magistrato Niccolò Gherardini, ed annesso alla nova Porta, che conduce a Forlì, ed avendovi dunque fatto la nostra giusta riflessione , veduto, e considerato quanto era da considerarsi, abbiamo rilevato essere questo similmente: parte dello stilcidio (SIC???), che circonda detto casamento volgarmente detto Fossone , ed abbiamo osservato che sopra detto terreno vi dovrà passare la nuova strada per la larghezza di braccia dieci e lunghezza di braccia 48, essendo la misura presa da già nominati Capi Muratori Brenti e Biasolini , e giudichiamo non esservi nulla da stimare, solo essere necessario l’ordine di Sua Altezza Reale per ridurre quel terreno in una diversa posizione, per sopra formarvi la nuova strada.
In oltre abbiamo osservato il margine di detto fossone, sul quale dovrà dirigersi la nuova strada, che conduce alla strada pubblica nel quale vi sono tre piccole piante di gelsi non ancora ridotte al domestico, le quali si dovranno levare, e stimiamo quelle alla ragione di lire due per ciascheduna, che è quanto potiamo dire essendo le nostre osservazioni e perizie.
Io Stefano Giulianini uno degli estimatori della lega, mano propria
Io Giovanni Grazioli uno degli estimatori della lega, mano propria
Io Gregorio Giovannini rappresentante la Comnunità approvo la suddetta stima in tutte le suddette parti e per non saper scrivere prego me servizi Barboni che per esso facessi la presente sottoscrizione conforme a fatto di suo ordine e presenza …
Io Pierro Cicognani come uno dei rappresentanti la Comunità approvo la suddetta stima
27 settembre 1775 Francesco Lupi Cancelliere. (carta 92 verso)

Carta 95 recto
Adi 29 Aprile 1776
Descrizione dei lavori fatti da noi Giorgio Brenti e Pietro Biagiolini Maestri Muratori a tenore degli ordini et ad instanza de signori rappresentanti la Comunità della Terra del Sole per aprire le porte, e fare la nuova strada, cha và ad unirsi alla vecchia, e l’altra, che si dirama verso il fiume Montone.