venerdì 9 gennaio 2009

Sopravvivenze etrusche e romane

Etruscan Roman Remains in Popular Tradition by Charles Godfrey Leland [1892]
THERE is in Northern Italy a mountain district known as La Romagna Toscana, the inhabitants of which speak a rude form of the Bolognese dialect. These Romagnoli are manifestly a very ancient race, and appear to have preserved traditions and observances little changed from an incredibly early time. It has been a question of late years whether the Bolognese are of Etrurian origin, and it seems to have been generally decided that they are not. With this I have nothing whatever to do. They were probably there before the Etruscans. But the latter at one time held all Italy, and it is very likely that they left in remote districts those traces of their culture to which this book refers. The name Romagna is applied to their district because it once formed part of the Papal or Roman dominion, and it is not to be confounded with La Romagna proper. Roughly speaking, the region to which I refer may be described as lying between Forli and Ravenna. Among these people, stregeria, or witchcraft--or, as I have heard it called, "la vecchia religione" (or "the old religion")--exists to a degree which would even astonish many Italians. This stregeria, or old religion, is something more than a sorcery, and something less than a faith. It consists in remains of a mythology of spirits, the principal of whom preserve the names and attributes of the old Etruscan gods, such as Tinia, or Jupiter, Faflon, or Bacchus, and Teramo (in Etruscan Turms), or Mercury. With these there still exist, in a few memories, the most ancient Roman rural deities, such as Silvanus, Palus, Pan, and the Fauns. To all of these invocations or prayers in rude metrical form are still addressed, or are at least preserved, and there are many stories current regarding them. All of these names, with their attributes, descriptions of spirits or gods, invocations and legends, will be found in this work.
visualizza tutto il testo originale su Canadian Libraries e sfoglialo in formato Flip book

C’è nel Nord Italia una zona montagnosa conosciuta come La Romagna Toscana, i cui abitanti parlano una forma grezza di dialetto bolognese.
Questi Romagnoli sono evidentemente una razza molto antica e pare abbiano preservato tradizioni ed usi quasi immutati da un periodo di tempo incredibilmente antico.
Negli ultimi anni si è disquisito sulla possibile origine etrusca dei Bolognesi e pare si sia deciso che non lo sono.
Nulla da dire, a questo riguardo: probabilmente loro erano li prima degli Etruschi.
Ma questi ultimi hanno in un certo periodo dominato tutta l'Italia ed è molto probabile che abbiano lasciato in zone remote quelle tracce della loro cultura di cui parla questo libro.
Il nome Romagna viene applicato a quella zona perché un tempo essa faceva parte del dominio papale o romano.
Per intenderci, la regione di cui parlo si può descrivere come quella tra Forlì e Ravenna.
Tra questa gente la stregheria o stregoneria - o, come ho udito chiamarla, "la vecchia religione" - esiste ad un grado tale che molti Italiani ne rimarrebbero stupiti.
Questa stregheria, o vecchia religione, è qualcosa di più della magia e qualcosa di meno di una fede.
Consiste nelle rimanenze di una mitologia di spiriti, i principali dei quali conservano i nomi e gli attributi degli antichi Dei Etruschi come Tinia o Jupiter -, Faflon - o Bacco - e Teramo (in Etrusco Turms) - o Mercurio -. Accanto ad essi continuano ad esistere, nei ricordi di pochi, le Divinità rurali Romane più antiche come Silvanus, Palus, Pan ed i Fauni.
A tutti loro vengono tuttora indirizzate - o almeno conservate - le invocazioni o preghiere in grezze forme metriche e vi sono molte storie attuali a loro riguardo.
Tutti questi nomi, con i loro attributi, le descrizioni di spiriti o Dei, invocazioni e leggende si trovano in questa opera. (...)

ARADIA O IL VANGELO DELLE STREGHE
Di fatto le vecchie usanze stanno scomparendo con una rapidità talmente incredibile che fonti autorevoli mi assicurano — e posso infatti rendermene conto personalmente — che ciò che io stesso ho raccolto o che era stato trascritto per me dieci anni fa nella Romagna Toscana da un’abile collaboratrice, non potrebbe oggi essere raccolto da nessuno, in quanto non esiste più tranne che nei ricordi di pochi vecchi stregoni, che stanno scomparendo giorno dopo giorno senza lasciare traccia. Sta scomparendo — è quasi scomparso.

Charles Godfrey Leland (1824-1903)
Studioso di folklore e di tradizioni popolari di origine americana che trascorse gran parte della sua vita in Europa, particolarmente in Italia e in Francia.
Di idee socialiste, fu "iniziato" nel 1888 ad un culto stregonico detto "Romagna-Toscana" da una strega da lui chiamata "Maddalena
Taluti" o Margherita Taleni o Zaleni originaria di Rocca San Casciano. (vedi anche su books.google e una interessante, accurata e critica recensione su il Vangelo delle streghe)
Nel 1897 la stessa avrebbe consegnato al Leland un manoscritto dal quale egli trasse il suo "Aradia" o "Il vangelo delle streghe" pubblicato nel 1899.

In Leland's biography, Pennell mentions running across his manuscript notes where he writes of Maddalena:
"a young woman who would have been taken for a Gypsy in England, but in whose face, in Italy, I soon learned to know the antique Etruscan, with its strange mysteries, to which was added the indefinable glance of the Witch. She was from the Romagna Toscana, born in the heart of its unsurpassingly wild and romantic scenery, amid cliffs, headlong torrents, forests, and old legendary castles. I did not gather all the facts for a long time, but gradually found that she was of a Witch family, or one whose members had, from time to immemorial, told fortunes, repeated ancient legends, gathered incantations, and learned how to intone them, prepared enchanted medicines, philtres, or spells. As a girl, her Witch grandmother, aunt, and especially her stepmother brought her up to believe in her destiny as a sorceress, and taught her in the forests, afar from human ear, to chant in strange prescribed tones, incantations or evocations to the ancient gods of Italy, under names but little changed, who are now known as folletti, spiriti, fate, or lari - the Lares or household goblins of the ancient Etruscans."
Elizabeth Robins Pennell Charles Godfrey Leland: a Biography (1906)

Una curiosità:
Abbiamo cercato su google i termini:
«"romagna toscana" streghe» trovando, su tutto il web, 1.210
corrispondenze di cui ben 1.120 pagine in italiano;
abbiamo poi ristretto la ricerca ai termini, più specifici, di «"romagna toscana" stregheria», trovando 55 corrispondenze di cui 22 pagine in italiano;
abbiamo fatto un'altra ricerca ancor più restrittiva sui termini «"romagna toscana" "vecchia religione"» trovando ben 188 corrispondenze di cui ben 68 pagine in italiano.
La ricerca non ha avuto pretese statistiche ma solamente verificare quanto sia diffuso l'accostamento dei termini «"romagna toscana" wicca».

giovedì 8 gennaio 2009

UN ANTICO LUNARIO FORLIVESE: IL CIABATTINO

Ancora nei primi anni del secolo (scorso) vedevi incollato nel muro dei fondaci dei vecchi calzolai il Ciabattino, lunario che ornava la testa d'una vignetta curiosa.
Il rattoppatore, seduto davanti al deschetto, preso dall'ira appariva in atto di scagliare una scarpa al cane, venuto a fargli un complimento a gamba levata su ciabatte, forme e tomaie, proprio sotto il naso.
Vecchio ormai, il n aveva perduta la pazienza. Non era più in lui l'antica filosofia tratta dal fondo del bicchiere nelle Compagnie degli Orti, solito un tempo ad ammanirla ai collegi suoi in forma di consigli.
Quanti mutamenti aveva fatto con il volgere degli anni: astrologo, politico, patriota, moralista, ridanciano, per restare in piedi s'era dato a seguire più che i propri gli umori del pubblico, così che partendo dal serio, dal togato e sentenzioso, scivolato nelle satire burlesche … finiva con una puntarella quasi nella pornografia. …
Il lunario è ricordato da Carlo Piancastelli in Pronostici e Almanacchi fra i più caratteristici: Il Ciabattino/Astronomo/per l'Anno/183, Forlì, presso Luigi Bordandini …
Per l'editore nel titolo più che nel contenuto risiedeva il segreto del successo, in un paese dall'artigianato fiorente, con numerosi calzolai, classe destinata ad offrire il maggior quantitativo di volontari a Garibaldi, rispetto alle altre, forse in ragione di un mestiere che può risolvere gli impegni nella giornata. … Tott al volt che me a j ho scrett Queich strambott da è mi banchett, Am so sempar inzignè d' dì al parol dla viritè.
Osserva Carlo Piancastelli che le canzonette del Ciabattino, da allora sino ai primi del '900, ancorchè volte ad argomenti scurrili, piene di frizzi mordaci furono tra le più belle apparse nel tempo sui lunari romagnoli. … In fatto di predizioni atmosferiche .. tutti i lunari di questo mondo recano il caldo in estate, il freddo nell'inverno:
E luneri fainten
E mett l'acqua quant cla ven.
E luneri nov e mett l'acqua quant che piov.
… A rompere la tradizione fu proprio l'antico Ciabattino, che predisse la neve nel mese d'agosto … un vecchio tipografo narrò l'evento curioso:
- Neve …
- Mo sl'è e mes d'agost …
- N'impota: ac luneri sarebal se mitess precis a ch'itar ?
… Dop a tant i furlivis finalment iss è decis a' tum zò, por tribulaz, dal tlaragn d'un suiartaz, … L'an passè e Zavaten arturned tra i citaden us mitepp a lavurè tott cuntent dla libarté parchè dri a e su banchett e sta mei ch'ne in te sufett. … per l'Anno bisestile 1928, l'ultima volta

... un altro lunario di formato minuscolo era stampato dall'altra ditta forlivese Bordandini. ... Il titolo dell'almanacco edito dai Bordandini era il «Ciabattino Astronomo», e chi lo suggerì non tenne in nessun conto i versi danteschi che a Guido Bonatti danno per compagno nell’Inferno il ciabbattino parmigiano Asdente (Inferno, canto XX, 118-120). Dell’almanacco conservo questi anni:
«Il Ciabattino Astronomo per l'anno 1830», Forlì, Bordandini, -32°, pag. 48. Il discorso generale contiene la solita meteorologia, e le solite previsioni di avvenimenti, brevissime e vaghe; altri simili pronostici sono intercalati nel corso dell'anno. Somiglianti sono altri a. 1833, ‘35, ‘36, e ‘46. Il ‘47 porta questo titolo:
« Capo d'anno del vecchio Ciabattino Forlivese agli artigiani suoi colleghi. Per l'Anno 1847», Forlì, Bordandini, - 32°, pag. 38: nessun pronostico. … "Eguale intestazione ha l'almanacco pel ‘48: …>". Nel ‘49 si fanno voti che il nuovo anno «ci riesca propizio, … ».
Nel ‘50 muta è la politica, e il discorso è tutto di morale civile. Così nel ‘51 e ‘52. Nel lunario del ‘53, «Il Vecchio Astronomo», non c'è più alcun discorso, bensì il Ragguaglio tra le monete tedesche, francesi e romane. Si prosegue di tal guisa sino al ‘58; poi si sopprime anche il ragguaglio, e il libretto si riduce a un nudo calendario.
L'almanacco fu, nel suo ultimo tipo, stampato anche in foglio volante, e io ne ho gli anni 1853, ‘54, e ‘56; poi l’a. 1872 che reca una poesia italiana sul ciabattino e un'altra sul fabbroferraio, e l’a. 1875 con «Una pagina pagina di storia. Guido da Montefeltro e la rotta dei francesi presso Forlì».
La rozza silografia posta sotto il titolo rappresenta un ciabattino seduto al suo deschetto, in atto di scagliare una forma di scarpa a un cane che fa immondezza; in alto le immagini del sole e della luna. La silografia si ripete poi invariata, meno i due astri che dopo il ‘96 si eclissano. Dall’81 in avanti appare una canzonetta in vernacolo, ….

Giustifica(zioni) e Notizie (c)he concernono la conservaz(ione) delli Privilegy del Sag. Mo(nte) della Pieta' di Forli


Sul Monte della Pietà di Forlì, ormai da troppi decenni, aleggia il mistero sul suo antico archivio:
dapprima conteso fra laici ed ecclesiastici, in seguito disperso ed espoliato dalle truppe napoleoniche ed infine distrutto dagli eventi bellici della seconda guerra mondiale.
Per la storia moderna di Forlì una perdita incalcolabile: un vero e proprio vuoto di memoria storica e documentaria sulla "più importante pia istituzione cittadina" di antica memoria.
Una lacuna enorme se si pensa al ruolo sociale, culturale ed economico svolto dal Monte della Pietà fra l'inizio del '500 e la fine dell'800, fra rinascimento e rivoluzione industriale; insomma, una pagina bianca nella bibliografia tematica regionale e non solo.
Già nell'inventario degli Archivi delle Provincie dell'Emila Romagna del 1861, alla voce d'indice "Congregazione di Carità" si leggeva « ... chi voglia giovarsi degli antichi documenti di tali fondazioni, non può farlo sì agevolmente; perché, mentre l'archivio è ben custodito nella sua parte moderna, nella parte più antica, per contrario, offre l'aspetto di una dimentica congeria di carte; tanto che a mala pena vi potremmo prender notizia dell'esistenza di alcuni libri attinenti allo spedale maggiore ed al Monte di Pietà, che risalgono alla metà del secolo XVI».
Nella scheda relativa dell'Archivio di Stato di Forlì, a mano è stato scritto «Il Monte di Pietà di Forlì è stato assorbito dalla Cassa dei Risparmi di Forlì nel 1948 - L'archivio, antichissimo, con atti del 1200, è stato distrutto a seguito degli eventi bellici della 2a Guerra Mondiale - Informazione curata dal Rag. Mosti, vecchio impiegato del Monte di Pietà di Forlì, il quale ha vissuto tali vicende.»
Sempre in Archivio di Stato, nel cenno storico dell'inventario degli Enti Comunali di Assistenza si trova la seguente nota «Purtroppo le carte del periodo "Congregazione di Carità" sono andate distrutte, salvo poche eccezioni che si possono notare nell'inventario che segue, a causa di un incendio verificatosi nei locali ove le carte erano conservate (piani superiori del Monte dei Pegni, via Saffi 2/A), locali occupati nell'inverno del 1944-45 dalle truppe alleate.»
Così pure nella pubblicistica contemporanea, dalle guide ai saggi storici ai trattati architettonici, i riferimenti al Sacro Monte della Pietà di Forlì sono succinti, limitati, e le scarne notizie sono sempre tratte dalla precedente bibliografia.
Da alcuni mesi però, spinti da curiosità, spirito di ricerca e da un'indagine a tutto campo, che ha "scandagliato" i vari archivi., "setacciato" tutto quanto pubblicato e, come in una "caccia al tesoro", "scovato" alcuni indizi di riferimento, è emerso che alcuni fondi d'archivio (poco più di una decina di filze manoscritte, variamente datate e in precario stato conservativo) sono rintracciabili nell'archivio della Cassa dei Risparmi di Forlì, ma ancor meglio, è stato ritrovato e poi restaurato un intero volume del '700 intitolato:
GIUSTIFICA(zioni) E NOTIZIE CHE CONCERNONO LA CONSERVAZ(ione)
DELLI PRIVILEGI DEL SAG. MO(nte) DELLA PIETA' DI FORLI'


carta 1 r
«In Dei Nomine Amen. Anno ab eiusdem Nazinitate Mi(lle)
Septigesimo decimo nono Sedente Sanctissimo Domino Nvo (_)

Providentia Papa Clemente Undecimo Indetto duodecima (-)

nevo terzia Jannary

Hoc Ego Transumputm quorandam Consiliorum Secreti et Ge(nerali)

respective per me infrascriptum Ill.ma Comunitatis Civ(-)
ny factum, licet aliena manu tamen mihi fida ex libri(_)
Consiliorum dicte Civitatis de Anno 1505 usque ad a(nno)
1511 existen in Secretaria dicta Comunitatis tenoris se(guente)
Die 21 Marty 1510
Congregato et cohadunato Consilio Generali in loco cconsueto
ad sonum Campana parve, ut moris est in quo grid(-)
interfuerunt Sexdecim Consiliary, et inter eos per omny
fuit obtentum infrascriptum partitum proponendum in (-)
Ludo fiat Mons Pietatis
Dicto die
Congregato et cohadunato Consilio generali in loco (-)
solito ad sonum Campane grosse et parve, ut mo(-)
(-) premisso per Iisonem publicum in presenzia (-)



 omnium Consiliorum deficientum in dicto Consilio(-)
quidem Consilio interfuerunt quinquaginta unus Consilia (-)
me Matheum Cancellarium infracriptum publice, et (-)
fuir propositum in dicto Consilio, quale per Consili(-)
fuerat obtentum pred-ta partita proponenda in p(-)
quibus arengari pecty more solito super quibus exi(-)
infrascripti Arengatore (-) omissis alys (-)
et post solitas Arengas fuit factum infrascriptum (-)
 fuit dictum per me Cancellarium inf(-)
placet quod Mons Pietatis fiat et ei dentur pro elemosyna, et
pro p≈nti anno applicentum ille centum libre bo≈ quas habere debe=
rent Confalonery pro P≈nti anno, et etian ille centum duecentarum bon≈ in
ludi Litterary Scolarum, et totum Salarium unius Anni omnium Pif
farorum, ponat fabam albam, quadraginta novem albas, et duas nigras
Ego Oratius Marcianesius Notarius, et Secret.s dicte Comunitatis
ut supra extraxi, et signavi »

Oratio Venerandi P. Fratis Francisci de Castrocaro 1521

APERTURA DELLE PORTE E NUOVA STRADA A TERRA DEL SOLE

La trascrizione di questi documenti riveste un'importanza enorme per la storia urbanistica della città-fortificata di Terra del Sole.
Questi documenti ci consentono, per la prima volta, non solo di datare la trasformazione viaria, interna ed esterna al perimetro difensivo murario della fortezza, ma anche di leggere e rappresentare come era organizzata la struttura urbana originaria della fortezza stessa.
Le opere che vengono periziate ed eseguite si datano al periodo immediatamente successivo alla riorganizzazione amministrativa del Granducato (La riforma amministrativa del Granducato di Toscana) e alla conseguente "smilitarizzazione" e "sdemanializzazione" della fortezza stessa.
Dalla lettura dei documenti appare evidente che fin dalla sua costruzione la fortezza possedeva un solo accesso posto, in direzione di Castrocaro, sotto la rocchetta di Porta Fiorentina, ma non eravamo in grado di leggere come questo ingresso fosse organizzato da un punto di vista prettamente urbanistico.

rilievo della cittadella fortificata con le rispettive porte, qui citate con la denominazione Quartiere del Capitano e Quartiere del Maggiore, ed i 4 torrioni angolari con contramine e aree boscate all'interno - rilievo del palazzo inserito nel proprio contesto della cittadella fortificata; indicato il cortile interno con pozzo - rilievo della chiesa inserito nel contesto urbano della cittadella fortificata, con perimetrazione dell'orto attiguo - rilievo della chiesa sulla ex via Lungo le Mura inserito nel contesto urbano della cittadella fortificata; indicati il vicino orto e mulino per polvere da sparo
- pianta, scala braccia 300 fiorentine - rilievo (1747, iscr.) In: disegno su carta opaca a china, acquerello, lapis



Così come non si era in grado di leggere e rappresentare le strutture edilizie di accesso alla fortezza perché i manufatti odierni non lasciano tracce pre-esistenti.
Si era a conoscenza della presenza di un ponte d'accesso esterno e, pur avendone la descrizione mancava però una sua rappresentazione grafica.
Le minute delle missive e delle perizie fanno riferimento a "disegni acclusi", ma questi non sono presenti nella documentazione archivistica locale, per cui ci siamo spinti fino a Firenze a ricercare le relative corrispondenze.
Ma all'Archivio di Stato di Firenze non si trovano più i documenti di riferimento che ci interessano, sia le missive di risposta sia i cosiddetti "disegni acclusi".
Solo un'intuizione ci ha portati a svolgere la stessa ricerca nell'Archivio Comunale di Firenze, intuizione che non aveva di per se grandi speranze in quanto la documentazione di cui trattiamo poteva essere solo nell'archivio di Stato depositario delle memorie del Granducato.
Invece, con la riforma amministrativa di Pietro Leopoldo una parte consistente di documenti è confluita in quella che sezione così detta della Provincia e quindi come tale soggetta al controllo non più del potere centrale del Granducato ma di quello decentrato dei Vicariati.
In effetti ricercando le corrispondenze di date, abbiamo ritrovato in una miscellanea settecentesca di mappe proprio le carte a cui facevano riferimento le missive e le perizie di Terra del Sole.
Le carte non presentano una datazione certa, ma le titolazioni, le descrizioni e le legende presenti a corredo delle mappe non lasciano dubbi in proposito, siamo in presenza dei rilievi eseguiti per lo svolgimento dei lavori descritti nei documenti d'archivio di Terra del Sole.
La rappresentazione grafica è precisa e puntuale al punto che gli interventi edilizi di trasformazione sono evidenziati con una coloritura acquarellata (in giallo per le demolizioni e in rosso per le nuove costruzioni).
Si scopre così che l'accesso dalla Porta Fiorentina avveniva con un percorso "tortuoso" tutto interno alla rocchetta e non in linea retta dal ponte esterno come è al presente dopo le trasformazioni dell'epoca.



Atti dei Cancellieri F. 33 Francesco Lupi
Archivio storico di Terra del Sole

Carta 37 v. r. + carta 38v (pianta della strada da Castrocaro a TDS con ponte sul Rio sasso) continua a carta 42v r

carta 86 verso copia Adi 9 Gennaio 1775

Dimostrazione delle spese, che all’incirca si crede necessaria per l’ampliamento della Porta della Terra del Sole e porta da farsi per unire, che guarda verso la Città di Forlì, situata sotto il quartiere del S.re Maggiore, con l’importare della spesa per la fare la nuova strada, fino all’antica e praticata strada, che conduce a Forlì e Faenza.




rilievo della porzione centrale della Fortezza con Porta Fiorentina con indicazione di una porzione di città al di dentro ed al di fuori delle mura; sovrapposto tra lo stato di fatto e quello di progetto conseguente i lavori di allargamento della strada di accesso alla fortezzapianta, scala braccia 60 fiorentine - rilievo, progetto di riduzione (1761, attr.) In: disegno su carta opaca a china, acquerello di: De Baillou F.










rilievo della porzione centrale della Fortezza con Porta Fiorentina con indicazione di una porzione di città al di dentro ed al di fuori delle mura; sovrapposto tra lo stato di fatto e quello di progetto conseguente i lavori di allargamento della strada di accesso alla fortezza
sezione, scala braccia 60 fiorentine - rilievo, progetto di riduzione (1761, attr.) In: disegno su carta opaca a china, acquerello di: De Baillou F.





1mo: Per formare la porta dell’ingresso in diritta linea del ponte, e del corpo di guardia, e così si fugge la ripida tromba per cui va fatto un sfondo sotto il finestrone che da lume a detto corpo di guardia, con farvi le spallette di grossezza di un braccio, e larga simile, consistente in tutto braccia 20, da valutarsi lire 6 il braccio comprese le cantine, ed armature, lo sguancio di detta porta consiste in braccia 22 da valutarsi lire 3 il braccio, quale va collegato con l’area, e spallette secondo l’arte, e questo importa tutto scudi bolognini 186 e per l’atterramento del muro se sfondo scudi bolognini 30

Va riserrata la tromba con un muro di mezzo braccio, che quadre ve ne occorreranno braccia 100: a ragione di lire 1:10 il braccio importa scudi bolognini 150

Altro sfondo simile da riserrarsi, con lasciarvi una porta in mezzo, e vi occorre li stessa spesa di sopra scudi bolognini 150

Vanno rifatte due spallette all’ultimo arco del ponte, che in oggi sono di legno, e queste doveranno essere grosse un quarto di braccio, e lunghe tutte e due circa 20 braccia, che si valutano per una il braccio importo scudi bolognini 30

Uniti alla suddetta porta vi occorrono due muri per formare la strada e ritenere il ripieno di essa, il primo che resta a mano destra dovrà essere lungo braccia 30 fatto ad angolo ottuso, alto braccia 4 di ragguagliato, grosso in pianta un braccio e un quarto, e nella sommità tre quarti, che si valuta scudi bolognini 1:10 il braccio importa scudi bolognini 120

L’altro muro dovrà essere di braccia 60 quadre, e sosterrà la terra, che rimane superiore alla strada ed importa scudi 90

Per fare lo sterro, vi occorreranno in circa scudi 70

Per formare la strada con suo selciato sopra a calcina, con fondi di ghiaia, lungo braccia 30, e larga braccia 8, a ragione di scudi bolognini 23:4 il braccio importa 160

E più braccia 192 di selciato di sasso per cultelli, che forma il totale della strada per unirsi al borgo, che a scudi bolognini 20 il braccio importa 96

L’altra porta da farsi nuova per opere in quanto simili alla sopra descritta vi occorrerà la spesa che si riporta tutta in un corpo di scudi bolognini 892



rilievo della porzione centrale della Fortezza con Porta Romana con indicazione di una porzione di città al di dentro ed al di fuori delle mura; sovrapposto tra lo stato di fatto e quello di progetto conseguente i lavori di allargamento della via Maestra con indicazione della riapertura della porta pianta, scala braccia 60 fiorentine - rilievo, progetto di riduzione (1761, attr.)
In: disegno su carta opaca a china, acquerello di: De Baillou F.












rilievo della porzione centrale della Fortezza con al centro Porta Romana; sovrapposto tra lo stato di fatto e quello di progetto conseguente i lavori di allargamento della via Maestra
sezione, scala braccia 60 fiorentine - rilievo, progetto di riduzione (1761, attr,) In: disegno su carta opaca a china, acquerello di: De Baillou F.








Per sfondare la porta già esistente, la quale si vede riserrata con un muro grosso braccia 6 fu considerato occorervi la spesa in circa di lire 100

Per fare il selciato sotto il voltone dove esiste la porta suddetta che ve occorrono braccai 40 di lunghezza e braccia 8 di larghezza a scudi bolognini 13:4 il braccio importa 213:6.8

Sotto detto voltone c’è uno sfondo che serviva per camino in oggi rovinato, come pure altre due usci senza porta, che vanno riserrati, e il tutto murato con la spesa in circa scudi 70

Usciti fuori dalla porta a seguitando la nuova strada va fatto un ponticello per servizio del corpo dell’acque della fossa lunga braccia 8 e di luce braccia 4 e di rigoglio braccia 1 e mezzo mporta scudi bolognini 132

Che per una parte posa sul muro maestro e dall’altra vi occorre la sua pila di braccia 4 di altezza e di grossezza braccia uno e mezzo lungo braccio otto, si riporta lire 72

Le pedate di detto ponte dovranno essere di lunghezza braccia sedici, e alte braccia tre, di ragguagliato grossa un braccio, che ascendono a braccia novantasei a scudi bolognini 1:10 il braccio importano 144

Va fatto il ripieno di sasso grosso, dentro la detta pedatura e vi occorrerà la spesa di lire 50
Va fatto braccia venti di selciato in calcina, largo braccia otto che si valuta scudi bolognini 13:4 il braccio importa 106:13:4

Unito a dette pedate vi occorrerà il suo inghiaiato per formare la nuova strada di braccia dugento sessantotto di lunghezza, e braccia otto di larghezza, con sue guide d’ambo le parti alte mezzo braccio con empirà dentro di tutto sasso grosso, e sopra ghiaia minuta, fatta a schiena d’asino alta sul colmo un braccio che a ragione di soldi cinque il braccio scudi bolognini 536

In seguito si ritrova un monticello, quale per la lunghezza di braccia ottanta, e largo braccia otto, vi occorrerà lo sterro alto braccia due di ragguagliato, vi occorrerà la spesa di circa 100

Per la suddetta estensione di braccia ottanta, vi occorrono le sue spallette alte un terzo di braccio, con impirle di sasso grosso e ricoprirle di ghiaia minuta fatto a schiena d’asino, alto in mezzo due terzi di braccio, che si valuta soldi bolognini 1:6:8 il braccio
Andante in porta 106:13:42

Si trova il Rio detto di Calbora, sopra il quale vi occorre un ponte, con sue pile, alte braccia sette, e grossa braccia due, e lunghe braccia otto, a lire una a soldi 20 il braccio importano soldi bolognini 168

La volta di detto ponte, sarà lunga braccia otto, e di luce braccia sei, con braccia due di rigoglio, che si valuta lire tre il braccio quadro compresovi cortine e armature importa soldi bolognini 192
A detto ponte vi vanno fatte le sue pedate, che ascendono a braccia trentadue, alte braccia sei, e grosse braccio mezzo, che a lire una e soldi 10 il braccio importano soldi bolognini 432

Sopra la volta, si dovrà farvi lo smalto, e il resifianco, con la spesa sopra detta la spalletta di detto ponte da farsi d’assito le parti di lunghezza braccia dieci l’una, e alte braccia uno e grosse tre quarti, e coperte con sua guida di pietra lavorata a scalpello, si valuta lire 2 il braccio importa soldi bolognini 40

Sopra detto ponte si dovrà fare il suo selciato a calcina lungo braccia 10 e largo braccia sei e mezzo, che a soldi bolognini 13:4 il braccio importano 43:6:8

Seguitando la strada che da detto ponte conduce a altra strada maestra sopra il rio spadone, e passa sopra i beni dei signori Giulianini per la lunghezza di braccia 170 e larghezza braccia otto da farsi come l’altra descritta, che a lire una soldi sei e denari 8 il braccio andante importa il tutto soldi bolognini 226:13:4

Altra strada che rientra in altra, che conduce pure a Forlì, e confina col fiume Montone, necessaria farsi per chiudere tutta la strada, e così obbligare li passeggieri a passare dentro la Terra del Sole, e questa di lunghezza braccia 300, e per la lunghezza braccia sei, che a lire una il braccio andante importa 300 e da farsi come la sopra descritta dovrassi poi stimare il solo, che si occuperà con detta strada, e a riserva di braccia otto, che la possiede li signori fratelli Giulianini, tutto l’altro è di sua altezza reale, in oggi è a livello al sig. Giuseppe Giulianini, e dal signor Angelo Ronchivecchi.
Vincenzo Magli Deputato
Io mastro Piero Biagiolini muratore della parte e perito detto per formare la sopra descritta relazione, quale ho fatta con l’intervento e assistenza del sopradetto s.re Vincenzo Magli, a fermo et approvo in tutte le sue parti il contenuto di essa …. In fede mano propria

carta 90 recto
Illustrissimi signori,
essendo stata per partito del di 9 del corrente luglio 1775 dalle signorie loro illustrissime commessa a me Giorgio Brenti di Portico, e Pietro Biagiolini di Castrocaro l’esecuzione dei lavori da farsi per aprire la Porta della Terra del Sole, e fare una nuova strada che vada a unirsi e imboccarsi nella strada vecchia, che conduce a Forlì e Faenza, con spesa di cinquemillasei lire, soldi tredici e denari quattro: che però essendomi io nel di 12 luglio antedetto trasferitomi in faccia del luogo per operare e vedere la situazione del sito destinato per fare, e formare la nuova strada, ed avendo veduto, che una porzione di essa dovrebbesi fare, secondo la relazione, in luogo assai paludoso, poco battuto dal sole a motivo delle mura della fortezza, e del palazzo del Signor Maggiore, sottoposto a ghiacci, e nevi in tempo d’inverno e per conseguenza in detto tempo impraticabile, ed anco in altro, in cui abbondassero le piogge; e premendomi d’incontrare il genio di Sua Altezza Serenissima, perché non debba dispiacerli la spesa, che s’impiegherà in detta strada, come anco perché non siino in appresso moltiplicate alla Comunità le spese nel doverla mantenere, e nel tempo stesso per non oppormi ad essere riconvenuto, che dopo aver visitato il luogo, e conosciuto l’abaglio preso, non ebbi detto il mio parere e debole sentimento. Avanzo pertanto alle signorie loro illustrissime queste mie riflessioni per non esserne responsabile in caso non piacesse il lavoro eseguito nella situazione descritta nella relazione, soggiungendogli e mettendogli in veduta, che questo tratto di strada, con la medesima spesa o poco piu’, potrebbesi fare circa braccia trenta piu su, in sito piu’ eminente, piu’ aperto, piu’ esposto al sole, piu’ stabile, piu’ comodo, e non sottoposto a divisati pericoli ed altri, che di esporre tralascio.
In caso poi che le signorie loro illustrissime voglino, e comandino, che questo tratto di strada sia fatto nel luogo descritto dalla relazione, io lo eseguirò a norma delle loro determinazioni, sempre però senza quel pregiudizio, e danno, che me ne potrebbe resultare per tali dipendenze. Che è quanto, rimettendomi sempre al piu’ saggio loro parere. E con umile ossequio mi dichiaro
Delle signorie loro illustrissime
Adi, 16 luglio 1775
Umilissimo, devotissimo,servilissimo Giorgio Brenti Capo muratore.






rilievo del dissesto murario di una porzione della cortina muraria della fortezza; i dissesti sono individuati tramite lettera e descritti in legenda

prospetto, pianta, scala braccia 50 fiorentine - rilievo, progetto di restauro (1761, attr.)








rilievo del dissesto murario di una porzione della cortina muraria della fortezza con indicazione dei materiali

sezione, scala braccia 20 fiorentine - rilievo, progetto di restauro (1761, attr.)
In: disegno su carta opaca a china, acquerello di: De Baillou F.


Carta 91 recto
Adi 4 agosto 1775
Illustrissimi stimatori della lega della comunità della Terra del Sole , e Castrocaro, si porteranno a visitare, riscontrare e descrivere i beni liberati tanto dentro che fuori, di questa soppressa fortezza, concessi a livello alti (sic)…Angiolo Ronchivecchi da Sua Altezza Serenissima, a cui appartiene tal terreno, con dare la giusta e fedele stima di ciò che paia per occuparsi a forma della relazione di Maestro Pietro Biagiolini , capo muratore in occasione della nuova strada, ed apertura della porta, che guarda la città di Forlì, come ancora per lo sfondo del muro che si fa alla vecchia porta, con dare la sua valuta a quelle braccia di terreno, che si occup, il tutto come dalla relazione alla mano ed assistenza del Capo Mastro Giorgio Brenti direttore ed esecutore di tali lavori.
Nelle stime suddette indicheranno il Signor Angiolo Ronchivecchi livellario, acciò possa essere presente alla medesima oppure delegare la persona, come ancora per ciò che riguarda l’intereresse di Sua Altezza Serenissima, chiameranno il Signor Vincenzo Magli come rogante e deputato dall’Amministrazione quale rappresentante della città di Firenze.
Dapprima eseguiranno quanto sopra alla presenza dei signori rappresentanti e deputati la Comunità (carta 91 v.) a cui appartiene l’invigilare ed il tutto faranno con esatta puntualità , e coscienza,……al giuramento da essi preso….separatamente e da me descrittoli ….
Stefano Giulianini estimatore.
E terminata che avranno detta perizia e stima porteranno il tutto ben dettagliato in questa cancelleria con specificato capo per capo e tutto a regola d’arte e conforme al proprio preciso loro dovere …..

Angelo Abbondanzi
Jacopo Valentini
Francesco Lupi cancelliere
Adi 17 agosto 1775
Noi stimatori della lega d’ordine come sopra ci siamo portati in questo giorno unitamente con i suddetti rappresentanti la Comunità per visitare un pezzo di terreno di Sua Altezza Reale situato all’interno di questa soppressa Fortezza della Terra del Sole, e contiguo al quartiere dove abitava il Capitano al tempo del presidio, e annesso alla vecchia Porta, che conduce a Castrocaro, nel qual terreno vi deve ora passare la Nuova strada a primo direttamente la lunghezza di braccia 201, e larghezza di braccia 10, e per detto terreno obliquamente per la lunghezza di braccia 12 e larghezza di braccia 6 , essendo la misura presa dai Capi Maestri Muratori Giorgio Brenti e Pietro Biagiolini, avendolo dunque presentemente esaminato e considerato del medesimo la posizione e direzione, abbiamo veduto essere un terreno sassoso,che forma parte del stelicidio (SIC ???) che circonda detta abitazione, ed in oggi volgarmente vien detto Fossone,ed abbiamo notato essere detto Fossone stato fatto non tanto per dare il corso alle acque, ma ancora per dar la luce a tre camere sotterranee denominate cantine, sicchè giudichiamo non esservi nulla da stimare, solo è necessario di domandare all’Altezza Serenissima la grazia per ridurre detto terreno in una posizione diversa da quella che è di presente per potervi sopra formare il predetto prezzo per la nuova strada.
Abbia in oltre esaminato e considerato il margine di detto Fossone sul quale devesi dirigere la detta strada, ed abbiamo trovato esservi alcune piccole piante di gelsi non ridotte al domestico, delle quali se ne dovrà levare una, e per quanto ci dimostrano le nostre giuste osservazioni fatte crediamo di dovere quella considerare lire due.

Ci siamo ancora unitamente con i sopra nominati signori rappresentanti la Comunità portati a visitare altro pezzo di Terreno parimenti di Sua Altezza Reale nell’interno della già detta soppressa Fortezza della Terra del Sole e questo situato sotto all’abbitazione, che in oggi viene abbitata dal Magistrato Niccolò Gherardini, ed annesso alla nova Porta, che conduce a Forlì, ed avendovi dunque fatto la nostra giusta riflessione , veduto, e considerato quanto era da considerarsi, abbiamo rilevato essere questo similmente: parte dello stilcidio (SIC???), che circonda detto casamento volgarmente detto Fossone , ed abbiamo osservato che sopra detto terreno vi dovrà passare la nuova strada per la larghezza di braccia dieci e lunghezza di braccia 48, essendo la misura presa da già nominati Capi Muratori Brenti e Biasolini , e giudichiamo non esservi nulla da stimare, solo essere necessario l’ordine di Sua Altezza Reale per ridurre quel terreno in una diversa posizione, per sopra formarvi la nuova strada.
In oltre abbiamo osservato il margine di detto fossone, sul quale dovrà dirigersi la nuova strada, che conduce alla strada pubblica nel quale vi sono tre piccole piante di gelsi non ancora ridotte al domestico, le quali si dovranno levare, e stimiamo quelle alla ragione di lire due per ciascheduna, che è quanto potiamo dire essendo le nostre osservazioni e perizie.
Io Stefano Giulianini uno degli estimatori della lega, mano propria
Io Giovanni Grazioli uno degli estimatori della lega, mano propria
Io Gregorio Giovannini rappresentante la Comnunità approvo la suddetta stima in tutte le suddette parti e per non saper scrivere prego me servizi Barboni che per esso facessi la presente sottoscrizione conforme a fatto di suo ordine e presenza …
Io Pierro Cicognani come uno dei rappresentanti la Comunità approvo la suddetta stima
27 settembre 1775 Francesco Lupi Cancelliere. (carta 92 verso)

Carta 95 recto
Adi 29 Aprile 1776
Descrizione dei lavori fatti da noi Giorgio Brenti e Pietro Biagiolini Maestri Muratori a tenore degli ordini et ad instanza de signori rappresentanti la Comunità della Terra del Sole per aprire le porte, e fare la nuova strada, cha và ad unirsi alla vecchia, e l’altra, che si dirama verso il fiume Montone.

descrizione di tutte le strade pubblche della Comunità di Terra del Sole

Pianta della Fortezza della Terra del Sole nella quale si dimostra la cortina dove si ritrova la breccia; il progetto d'aprire la Porta Romana al presente murata ; ciò che abbisognerebbe fare alla porta Fiorentina caso che venisse aperta la suddetta porta Romana ; di fare la nuova strada calessabile che dalla Piazza d'Arme della strada coperta del fronte verso Forlì conduce sino dove s'interseca il rio delle Forche con la strada Maestra per la quale si va a Forlì; di guastare e distruggere una porzione della strada presente ed altra porzione verso il Fiume. a fine d'obbligare tutta la gente di passare per dentro alla fortezza ; denota in altro la presente pianta lo stato d'una porzione del fiume Montone adiacente alla medesima nello stato come si ritrovava il di 5 ottobre 1761, il quale corrode la sponda contegua all'angolo difeso del Bastione di S. Martino.
progetto di realizzazione di una nuova strada per Forlì con conseguente allargamento della porta Romana e creazione di una piazza d'Arme; progetto di trasformazione del ponte ad arcate in strada su terrapieno, allargamento della porta Fiorentina - rilievo della fortezza con le rispettive porte ed i 4 torrioni angolari di S. Maria, S. Reparata, S. Andrea e S. Martino - rilievo del fiume Montone, posto a confine tra il Granducato di Toscana e lo Stato Pontificio, e dei suoi affluenti con puntuale rilievo delle sponde - dettagliato rilievo del borgo e del suo circostante territorio con indicazione della rete viaria ed idrografica, della proprietà e della destinazione degli edifici fuori le mura e rilievo della strade, della mura, degli edifici e degli spazi verdi del borgo murato - pianta, sezione, scala braccia 300 fiorentine ; braccia 500 fiorentine - rilievo, progetto di costruzione (1761, 5 ottobre, iscr.)
In: disegno su carta opaca a china, acquerello di: De Baillou F.





1760 – 1763 filza 29
Archivio storico di Terra del Sole

Carta 570 r
Descrizione di tutte le strade pubbliche e maestre e ponti esistenti nella comunità di Terra del Sole, e Castrocaro, e sue balie, in esecuzione della circolare degli illustrissimi signori deputati della congregazione sopra le strade e ponti della città di Firenze

Primo la strada maestra, che da Firenze conduce fino alli confini dello stato pontificio, che in detta comunità di Terra del Sole, e Castrocaro ha il suo principio dal confino della comunità di Dovadola in luogo detto il Fosso della Croce o sia sul taglio del fiume passa per la terra di Castrocaro, e va a terminare al confino giurisdizionale fra lo stato pontificio, e lo stato toscano, di lunghezza circa 5 miglia, di larghezza nel suo principio circa braccia 6, per lo spazio di braccia 200 in circa, invi va restringendosi fino in braccia 4 per lo spazio di circa mezzo miglio, indi ritorna alla istessa larghezza di circa 6 braccia, ed anche più verso la Pieve di Salutare, e da detta Pieve fino a Castrocaro per lo spazio di un miglio e mezzo dall’istessa larghezza di braccia in circa 6, dove più e dove meno, e da Castrocaro fino a detto confine giurisdizionale, di larghezza braccai 7 in circa, dove più e dove meno (detta strada maestra dirimpetto al Baluardo di Santa Reparata della Terra del Sole si divide a destra, e da detta parte va alla porta della Terre del Sole per la lunghezza di braccia 300 in circa larga sic)

Dentro la terra di Castrocaro

La strada all’entrare dalla Porta Fiorentina detta del Borgo del Mulino di larghezza braccia 7 in 8 che poi si dilata nell’entrare dalli Steccati fino alla presente Porta alla larghezza di braccia 12 in circa di lunghezza in 200 braccia.
La strada dalla suddetta Porta fino alla Piazza di lunghezza braccia 108, e larga da un muro all’altro delle case braccia 7.
La Piazza di detto luogo di lunghezza circa braccia 120 e di larghezza braccai 20 in circa ove più e dove meno.
La strada che dalla Piazza va alla Chiesa di Santa Maria resta di lunghezza braccia 100, di larghezza braccia 13 compresi gli stillicidi delle case.
La strada che dalla Piazza va al Voltone de Seganti di lunghezza braccia 90 in circa, di larghezza braccia 10, ove più e dove meno.
La strada che dalla Torre dell’Oriolo, sale alla Postierla fino alla svolta, è di lunghezza 264 braccia, e larga da un muro all’altro delle case circa braccia 7, dove più e dove meno.
La strada che comincia dalla svolta suddetta fino alla Porta della Fortezza detta della Postierla lunga circa braccia 90 e larga braccia 4.
La strada che dal voltone de S.ri Seganti e che sale fino alla Porta dell’Olmo è di lunghezza braccia 420 in circa e larga nel principio braccia 7, che poi restringendosi resta larga circa braccia 5, e dove più e dove meno.
La strada detta Borgo Piano che comincia dirimpetto alla Piazzetta di san Niccolò di lunghezza braccia 300 in circa è di larghezza compresi gli stillicidi circa in 6 braccia.
Altra strada che principia da Borgo Piano sale nel Poggio e sbocca nella strada della Porta dell’Olmo lunga circa 116 braccia larga circa braccia 4.
Tutte le suddette strade si riferiscono, e dalla Provincia e dalla Comunità di Castrocaro e Terre del Sole
Strade della Balia di Zola, e Balia di Converselle
1. Una strada detta la Strada Maestra Vecchia, che comincia dalla suddetta Strada Maestra sopra descritta davanti la Chiesa di San Rocco e va a sboccare in detta Strada Maestra dalla Casa del Podere della Biondina, è di lunghezza circa 2/3 di miglio e larga dove 8, dove 7 e dove 6 e fino in braccia 4 dove più e dove meno si risarcisce e dalla Comunità e dalla Provincia di Romagna.
2. la strada detta di Mezza Collina che comincia dalla suddetta strada Maestra Vecchia sotto la Chiesa di Monte Calvario, proseguisce salendo fino a Converselle e al fiume osia Torrente detto della Samoggia, e sbocca nello Stato Pontificio di lunghezza circa 2 miglia e mezzo e larga dove braccia 6, e dove 5 dove più, e dove meno è stata talvolta risarcita dalla Comunità
3. la strada detta del Rio del Piano che comincia dalla suddetta Strada di Mezza Collina sopra Monte Calvario, che va a molti poderi verso Rio Salso ed altri poderi, e va a Monte Pagliaio che segue fino ai confini della Comunità di Dovadola e Terra del Sole, di lunghezza circa 2 miglia e larga braccia 5 in circa dove più o dove meno e tal volta è stata risarcita da i Particolari.
4. altra strada che principia dalla Porta di Castrocaro detta dell’Olmo e sbocca nella Strada suddetta di Monte Pagliaio e passa per la curva di Bagnolo, per comodo di molte famiglie, e poderi del contado lunga circa un miglio e larga circa braccai 4 e mezzo dove più e dove meno, risarcita parte dalla Comunità e in parte da Particolari.
5. altra strada detta de Casuli che principia dalla suddetta strada di Monte Pagliaio e va a sbuccare nella strada pubblica detta della Longara lunga circa mezzo miglio, larga braccia 4 dove più e dove meno, risarcita da privati.
6. altra strada detta di Domiziano, che principia dalla Strada predetta di Mezza Collina e va alli Poderi di Domiziano della Torriana, e sbocca in altra strada dello Stato Pontificio lunga circa un quarto di miglio, larga circa braccia 4 dove più e dove meno, risarcita da privati.
7. altra strada detta di Vicchio che principia dalla suddetta strada di Mezza Collina lunga circa un quarto di miglio e sfocia in altra strada dello Stato Pontificio larga braccia 5 dove 4 e dove 3 e mezzo risarcita da privati.
8. altra strada che principia dalla suddetta di Mezza Collina, denominata la Strada di Golfara e che sbocca in altra strada dello Stato Pontificio lunga circa un quarto di miglio e larga braccia 4, e in cinque risarcita da Particolari.
9. altra strada che principia dalla detta di Converselle e va alla detta di Monte Pagliaio e termina nella suddetta strada di Monte Pagliaio di lunghezza circa 3 quarti di miglio largo ove braccia 5 e mezzo ove 5 e dove 4 veniva risarcita da Particolari, in oggi resta in parte guasta per una gran frana di terra fra il Podere di Converselle del S.re Seganti e il Podere della Selva dell’Orioli.
10. altra strada detta della Pieve di Santa Reparata che principia dalla strada Maestra Nuova e sbocca nella strada Maestra Vecchia di Monte Calvario di lunghezza circa 500 braccia e larga circa braccia 4 risarcita da privati.
11. altra strada di rimpetto alla suddetta che principia da detta Strada Maestra Vecchia ove è un cancello e va alle Vigne del Pittozio passa dalle medesime Vigne lunga circa 150 braccia e larga circa braccia 4 risarcita da Particolari.
12. altra strada poco lungi dalla suddetta che va nelle suddette vigne del Pittozio e comincia dalla detta strada Maestra Vecchia e serve per comodo di dette vigne di lunghezza circa 350 braccia, dell’istessa larghezza dove più e dove meno risarcita da privati.
13. altra strada che principia dalla strada Maestra Vecchia vicino al Podere del Cardato e va al Podere della Casa Nuova lunga braccia un quarto di miglio, larga braccia 13 in circa, risarcita da privati.
14. altra strada, che principia da detta Strada Maestra Vecchia e sbocca nella strada Maestra Nuova per comodo delle vigne del Cardato larga in oggi circa 2 braccia, e lunga circa 400 braccia, stata (sic)……… dal rettore della Chiesa di santa Reparata sopra di cui è detta strada e dal S.re Ronchivecchi padrone di una parte delle vigne suddette.
15. un viottolo per i pedoni e cavalli che comincia dalla suddetta Strada Vecchia Maestra e va al Podere del Monticino ed entra in altra Strada Pubblica ed è amovibile per alcune parti essendo in un anno negli effetti del Seganti e un altro negli effetti del Sassi di larghezza circa un braccio.
16. un rio detto della Casa Nuova che serve anche di strada, che principia dalla Strada Maestra Vecchia che conduce ai poderi della Casa Nuova del Monticino e Moncerreto, e va a sboccare in altra strada dello Stato Pontificio, indi doppo quel spazio ritorno nello Stano Toscano e torna nella Strada di Mezza Collina indicata a numero 2 lunga circa un miglio e larga braccia 4 circa risarcita da Particulari.
17. altra strada di Carbura che comincia dalla Strada Maestra di Rio Spadone va alli poderi di Carbura e Moncerreto e sbocca nella suddetta strada indicata al numero 16 di lunghezza circa mezzo miglio e larga circa braccia 3 e mezzo dove più e dove meno risarcita da Particolari.
18. altra strada detta del Pianello che principia da detta Strada Maestra dal Ponte di Rio Spadone, e sbocca nella strada di Monte Poggiolo, che serve di comodo a più poderi, lunga circa mezzo miglio e larga braccia 3 e mezzo in circa dove più e dove meno si risarcisce da Particolari.
19. altra strada detta di Monte Poggiolo che principia da detta strada Maestra dal Rio delle Forche che conduce alla Fortezza di Monte Poggiolo e al Podere della Casa Bianca, ove sbocca in altra strada dello Stato Pontificio, di lunghezza un miglio e più larga ove 6 ove 5 braccia e dove meno risarcita dalla Comunità per comodo di detta Fortezza per la parte di Terra del Sole.
20. altre tre strade che principiano dalla suddetta numero 18 sotto Monte Poggiolo che una conduce alli Poderi Panitta, Sassi, Casone e Colombara altra conduce al Podere della Mannella e la terza conduce al Podere di Ovedola e altri poderi e questa va a sboccare in altra strada dello Stato Pontificio.
21. altra strada detta della Faragana che a il suo principio da detta Strada Maestra al confine giurisdizionale e interseca ora lo Stato Pontificio, ed ora lo Stato di Toscana passa dalli Poderi del Poggio, dalla Colombara, dal Capanno Torelli, ed entra nella strada che passa sotto la Casa Bianca di lunghezza un miglio e più larga circa braccia 4 ove più ove meno risarcita da Particolari.
22. altra strada che principia dal rastrello della porta della Terra del Sole e conduce fino alla dirittura del Baluardo detto di San Martino, ove si divide in due che una a diritta, che a sboccare nel fiume Montone e nello Stato Pontificio, e l’altra a sinistra che conduce ai Poderi de Pantani ed Isola, entra nel rio detto delle Forche per il cui rio sbocca nella Strada Maestra larga ove braccia 8 o 7 ove 6 e dove 5 e dove meno, di lunghezza circa ¾ di miglio. Si risarcisce dalla Comunità dalla detta Porta di Terra del Sole fino alla dirittura del Pubblico Lavatoio.
23. altra strada che principia dalla suddetta, passa fra il podere delle Berrete e l’Orto de Sansoni e va a sboccare al fiume Montone lunga braccia 800 e larga braccia 4 in circa risarcita da privati.
24. uno strabello che principia dalla Strada Maestra dirimpetto alla Porta di Terra del Sole e va sboccare nella Strada Maestra Nuova dirimpetto al nuovo Patibolo e serve di scaricatoio al canale del Mulinetto avendo da una parte detto canale quasi per tutta la sua estensione che è di circa un terzo di miglio e largo braccia 1 e mezzo dove più dove meno, risarcito da Particolari.
25. altra strada che passa fra i beni del Barboni che principia da detto strabello dirimpetto al cancello delle Fornacette e va a sboccare nella Strada Maestra Nuove di lunghezza circa 150 braccia e larga 3 in circa non si risarcisce da alcuno.
26. altra strada detta di Virano che principia dalla Strada Pubblica di Monte Pagliaio detta al numero 3 e va a sboccare nel fiume torrente della Samoggia et in altra strada dello Stato Pontificio.
27. altra strada che comincia dalla Strada Maestra Nuova va a Via Nova e sbocca nel fiume Montone tanto a destra che a sinistra e rientra nella strada all’infrascritto numero 28 larga circa 4 braccia lunga un quarto di miglio in circa.
28. altra strada che comincia dalla suddetta Strada Maestra Nuova dalla Croce di Legno e va a sboccare nella suddetta strada e nel fiume lunga circa 300 braccia e larga circa braccia 6 ove più ove meno risarcita dalla comunità.
29. altra strada che comincia dalla suddetta Strada Maestra vicino alla Porta di Castrocaro e va a sboccare nel Ponte del Fiume Montone di lunghezza braccia 264 e di larghezza braccia 6 in circa risarcita dalla Comunità e Provincia.
30. altra strada che comincia da qua dalla coscia del suddetto ponte a mano sinistra a e va a sboccare nel fiume, e nella strada descritta al numero 28 e 29 che serviva per comodo de barocci per andare al fiume in oggi rimasta, che serve per i pedoni di larghezza circa un braccio e lunga circa braccia 200.
31. altra strada che comincia dalla suddetta Strada Maestra a sinistra nell’uscire di Castrocaro, a sinistra va a sboccare nella strada della Porta dell’Olmo descritta al numero 4, e a destra va a sboccare nella strada infrascritta al numero 32 larga detta strada circa 2 braccia risarcita da Particolari.
32. altra strada dette delle Forche che principia dalla Strada suddetta Maestra dal Patibolo Vecchio che serve di comodo delle Vigne delle Fratte, e va a sboccare nella Strada Maestra Vecchia
sopra il Ponte di Monte Calvario lunga un quarto di miglio in circa larga da 3 in 4 braccia in circa risarcita da particolari.
33. altra strada detta delle Palazzine, e Masera, che comincia dal suddetto sbotto sopra Monte Calvario, va alle Palazzine e Masera e sbocca nella strada descritta al numero 4 lunga mezzo miglio in circa e larga circa 5 braccia risarcita da Particolari.
34. altra strada fuori dalla Porta Fiorentina di Castrocaro che comincia dalla suddetta Maestra e va a sboccare nel fiume Montone di lunghezza circa 600 braccia larga circa 5 braccia risarcita da Particolari.
35. altra strada detta della Buca Nera, che comincia dalla suddetta Strada Maestra e sbocca nel suddetto fiume, di lunghezza circa 700 braccia risarcita da Particolari.
36. altra strada detta del Montale che principia dalla suddetta Strada Maestra e va a sboccare nel fiume suddetto dell’istessa lunghezza e larghezza risarcita da particolari.
37. altra strada detta della Longara, che comincia dalla suddetta strada Maestra dalla Chiesina de Corbizi va verso Montecchio e sbocca nella suddetta strada sopra il ponte di Rio di Picchio di lunghezza circa un miglio e mezzo larga nel principio braccia 6 indi si restringe a braccia 5 a 4 e a 3 in circa risarcita in parte dalla Comunità e in parte da Particolari.
38. altra strada, o sia strabello che comincia dalla suddetta strada delle Longara e salendo sbocca dalla porta di Castrocaro detta dell’Olmo, e nella strada descritta al n° 140 lunga circa 300 braccia e larga circa un braccio e mezzo , risarcito di Particolari;
39 altra strada che comincia dalla suddetta strada della longara vicino a Rio del Pre, e sbocca nella suddetta strada da Casali descritta al n°… di lunghezza ¼ di miglio incirca e larga circa 3 braccia , ove più ove meno, risarcita di Particolari;
40 altra strada detta della Zannetta, che comincia dalla suddetta della Longara e, va a sboccare nella strada di Monte Pagliaio descritta al n°… di lunghezza circa un miglio e un terzo, larga braccia 4 ove più, ove meno, risarcita da Particolari
41 altra strada che comincia dalla suddetta strada della Longara, e sbocca nella strada nuova dirimpetto alla casa di Piero di Michele Cicognani, di lunghezza circa 200 braccia, larga circa braccia 5, risarcita da particolari;
42 altra strada che comincia dalla suddetta della Longara, e va a sboccare in detta strada nuova dal Tabernacolo di Cicognani lungo circa sopra e largo circa braccia 3
43 altra strada che comincia dalla suddetta strada maestra al Rio di S. Lazzaro e va a sboccare nel fiume Montone, e ritorna a sboccare nella strada maestra suddetta dalla Maestà di Virano lunga circa mezzo miglio, larga larga braccia 4 incirca risarcita da particolari;
44 altra strada che comincia dalla suddetta strada maestra passa dalla casa di Piero di Michele Cicognani dalla Torricella e sbocca nel suddetto Fiume, seguita fino al Podere detto del Fiume del Cortini, di lunghezza circa mezzo miglio larga da 3 in 4 braccia, risarcita da particolari;
45 altra strada detta del Mulino , che comincia dalla suddetta strada maestra passato il ponte di Rio di Picchio, va al Mulino di Montecchio, e sbocca nel fiume di lunghezza braccia circa 800, e larga circa braccia 6, risarcita in parte dalla Comunità e in parte da Particolari;
46 altra strada che comincia dalla detta strada maestra vicino al Prato della Pieve di Salutare, e va al suddetto Mulino di Montecchio di lunghezza circa una terzo di miglio, e larga circa braccia 4: risarcita da particolari;
47 altra strada delle case di sotto, che comincia da detto luogo, va a sboccare nel Fiume Montone, ritorna nella strada maestra suddetta vicino al Podere delle Case di sopra dei signori Tartagli di lunghezza circa un miglio e larga circa 4 ½, ove più, ove meno, risarcita da particolari;
48 altra strada detta della Murola, che comincia dalla suddetta strada maestra e va a sboccare al Fiume di lunghezza circa 300 braccia, e larga circa braccia 4, risarcita da particolari;
49 Altra strada detta della Croce, che comincia dalla suddetta strada maestra , passa dal podere della Croce sale il Monte, e sbocca nella comunità di Dovadola di lunghezza circa ¼ di miglio, e larga circa 3 braccia: risarcita da Particolari;

50 Altra strada detta del Campo delle Vigne, che serve per comodo delle vigne di Ponticello, che comincia dalla suddetta strada maestra di lunghezza braccia 200 e larga braccia 3 in circa risarcita da particolari;
51 altra strada che comincia dalla suddetta strada maestra nuova della Maestà della Benedetta;
e va a sboccare nella strada descritta al n° 52infrascritto di lunghezza ¼ di miglio e larga braccia 3 in circa, risarcita da particolari;
52 Altra strada della Sgranfagna, che comincia dalla suddetta maestra, passa per il podere della Casa Nova e sbocca nel Comune di Dovadola, e va a Modigliana di lunghezza circa un terzo di miglio e larga braccia otto, risarcita dalla Comunità

Strade di là dal Fiume Montone

1 La strada Maestra che comincia di la dal ponte di detto Fiume, sale su, passa da poderi o case delle mandrie e và a sboccare nello Stato Pontificio sotto il confine giurisdizionale di lunghezza poco più di un miglio e larga circa 5 braccia ove più, e dove meno fino a braccia 3: si risarcisce e dalla comunità e dalla Provincia;
2 Altra strada , che principia dalla suddetta strada maestra , passa dal Podere della Bastardina, dove si divide in due strade che ambedue sboccano nel fiume suddetto che una dirimpetto alle Barlete e l’altra dirimpetto alle Fornaci di lunghezza circa ¼ di miglio e larghe circa 4 braccia: risarcite da Particolari;
3 Altra strada che comincia dalla suddetta Maestra va ai Poderi della Mariana e di S. Andrea, e sbocca nello stato Pontificio, e dalla Mariana ritorna a sboccare in detta strada Maestra accanto al Rio detto di S. Niccolò di lunghezza circa mezzo miglio e di larghezza braccia 3 in circa risarcita da Particolari;
4 Altra strada detta della Collinaccia, che comincia dalla suddetta strada maestra dal Podere della Mandria ..e va a sboccare nello Stato Pontificio di lunghezza circa 300 braccia e larga circa 3 braccia e ½ risarcita da Particolari;
5 Altra strada della della Longastrina, che comincia dalla suddetta strada maestra e sbocca nella strada dello Stato Pontificio di lunghezza, e larghezza come sopra risarcita da Particolari
6 Altra strada che principia dalla suddetta maestra e serve per comodo delle Vigne, che si riduce in un viottolo che sbocca nello Stato Pontificio, di lunghezza circa mezzo miglio, di larghezza braccia 4 in circa fino al viottolo, risarcita da particolari;
7 Altra strada che comincia dal suddetto Fiume e salendo il monte si divide in due, che una passa dal podere della Reattina e l’altra dal Podere della Calandrina, e ambedue sboccano nello Stato Pontificio di lunghezza circa mezzo miglio, e di larghezza braccia tre, ove più e ove meno, risarcita da particolari;
8 Altra strada che comincia dal suddetto Fiume, passa dalla Berzeta dei Pini e salendo il Monte per la parte del Podere della Galoppa, sbocca nello Stato Pontificio, di lunghezza circa 1/3 di miglio e larga circa braccia 3. risarcita da Particolari;
9 Altra strada, che principia dal confine giurisdizionale posto vicino al fiume della Barbina, e sale verso la Chiesa di S. Giovanni in Volpinara e va fino alla Chiesa di Marsigno Stato Pontificio, intersecando detto stato lo stato di Toscana, e quando lo Stato papale di lunghezza circa un miglio e mezzo, e larga circa braccia 4 dove più e dove meno
10 Altra strada che comincia dal suddetto Fiume, passa il Torrente della Berzina dirimpetto alla casa del pini e sale alli Poderi delle Scornavacche, delle cavine e Romborelle e sbocca nello Stato Pontificio di lunghezza circa un miglio , e di larghezza braccia 4 in circa ove più ove meno, risarcita da particolari
11 Altra strada che comincia dalla suddetta al podere delle Cavine e detto torrente della Berzina, le case di Varicella, e sbocca nello Stato Pontificio di lunghezza circa 2/3 di miglio, larga circa braccia 3 ove più, ove meno, risarcita da particolari
12 Altra strada che comincia dalla suddetta strada segnata al n° 10 a destra dal detto Podere delle Cavine, scende alla Chiesa di S. Andrea e sbocca nel suddetto Fiume Montone di lunghezza circa ¼ di miglio, e di larghezza 3 in 4 braccia risarcita da particolari;
13 Altra strada che comincia dalla suddetta segnata al n° 10 poco sotto al podere delle Tombarelle, e sbocca nella infrascritta strada al Podere del Gualdo del Sig. Tassinari di lunghezza circa Braccia 300 e larga circa 3in 4 braccia si risarcisce dalli particolari e finale;
14 Altra strada detta del Gualdo che comincia dal confino di Dovadola al confine giurisdizionale del Rio della Camerola passa per i poderi del Gualdo Tassinari dalla Chiesa di S. Andrea e sbocca nel fiume Montone di lunghezza circa 2/3 di miglio, di larghezza circa 5 braccia, ove più ove meno si risarcisce da Particolari

Strade dentro la Terra del Sole

1 La strada detta del Borgo di sopra che comincia dal rastrello, passa il ponte levatoio per la prima porta, per il voltone e per tutte le altre Porte e va a sboccare nella Piazza di detta Terra è di lunghezza circa 350 braccia e di larghezza ove sette, o 6 e dove 5 braccia, non compresi li stillicidi delle case , si risarcisce dalla Comunità e Provincia;
2 Altra strada che principia dalla suddetta, passa la porta a sinistra e va a sboccare in detta Piazza vicino al Palazzo Pretorio di lunghezza circa 280 braccia, e larga circa 10 braccia non si vede risarcita ne dalla Comunità ne dalla Provincia ed è sterrata
3 la Piazza di detto luogo, sterrata e in parte prativa con il pozzo pubblico in mezzo, che si risarcisce dalla Provincia di lunghezza e larghezza circa braccia 80;
4 altra strada, che principia da detta Piazza in faccia alla strada segnata al n° 2 seguita fino alla fine dell’Orto di A. Magli(ripetuto ), indi voltando a destra passa davanti il Palazzo del Sig. Governatore fino alla cantonata dell’Orto del Sig. Provveditore,di dove voltando pure a destra va a sboccare nella strada segnata al n° 2 vicino alla suddetta Porta dirimpetto alla strada segnata al n° 2 di lunghezza circa 550 braccia, e lunga circa 10 che in parte è sterrata e prativa non si risarcisce da alcuno
5 Altra strada che principia dalla suddetta Piazza a lato del Palazzo del Sig. Provveditore da il Borgo di sotto e va a sboccare nella suddetta strada segnata al n° 4 davanti il Palazzo di detto Signor Governatore di lunghezza circa 140 braccia e larga circa braccia 6 non compresi li stillicidi della case

Ponti esistenti nella Comunità suddetta

1 Il Ponte murato sopra il Fiume Montone a tre archi con cue pile in mezzo e con le controcoscie dall’una all’altra parte di luce 68 braccia di larghezza , braccia 6 nel mezzo ..le spallette e nelle testate al principio delle coscie largo braccia 9 detto ponte resta poco distante da Castrocaro
2 altro Ponte per la strada maestra sopra Castrocaro murato detto il Ponte di Rio di Picchio, esistente sopra questo Rio ad un arco di luce braccia venti e largo braccia 7 comprese le spallette
3 altro Ponte sopra detta strada maestra, sopra il Rio di S. Lazzaro, di legno con tre travi di quercia uniti che passano sopra due muri alla parti per comodo de Pedoni lunghi detti travi braccia 11
4 Altro Ponte murato, detto della Madonna dell’Antilea nella detta strada maestra sopra il Rio dell’Antilea di luce braccia 7 e largo pure braccia 7
5 altro Ponte in detta strada della Chiesina de Corbizi di mattoni e calcina di luce braccia 2 e largo braccia 7
6 Altro Ponte murato sotto detta terra di Castrocaro in detta strada maestra nuova a mezza strada per andare a Terra del Sole ad un solo arco di luce braccia 14 e largo braccia 7, comprese le spallette, sopra il fosso, o sia Rio del Piano
7 Altro Ponte murato sempre in detta strada vicina alla casa di scaricalasino sopra il Rio del Cardato di luce braccia 4 e largo braccia 6
8 Altro Ponte murato in detta strada detto il Ponte di Rio Spadone , sopra detto Rio di luce braccia 7 e largo braccia 8 e1/2 comprese le spallette
9 Altro Ponte per la strada maestra vecchia murato sopra il Rio del Cardato di luce braccia 4 e 2/3 e largo braccia 6 e finale
10 Altro Ponte murato per detta strada maestra vecchia vicino a Monte Calvario sopra Rio Salso, o sia Rio del Piano di luce braccia 8, e di larghezza braccia sette, comprese le spallette di detto ponte
Io Tenente Giovan Battista Ronchivecchi Gonfaloniere per la Terra del Sole, e deputato per le Balie di Zola e Converselle approvo la suddetta rispettiva descrizione. Mano propria

inaugurazioni fonti della Sorgara di Castrocaro - primi del '900

mappa inedita di Terra del Sole della metà del 1700



Quartiere dello Scrittoio

il Palazzo del Pretorio di Terra del Sole nel 1848

Relazione e perizia
Per stabilire nel palazzo pretorio di detta Terra del Sole un quartiere per il Cancelliere del Pretore e suo uffizio con il relativo mobiliare, ed una Sala d’udienza per lo stesso Pretore.

Considerazioni generali del lavoro

Il Gonfaloniere di detto Comune mi partecipa una officiale della Prefettura di Firenze dal cui contenuto rilevasi, che attivandosi in Terra del Sole una Pretura, rendesi necessario che i ministri della medesima venghino per il 20 Novembre prossimo, forniti del conveniente locale e sia per abitazione, che per uffici non che della relativa mobilia. (….)


E mentre dello stesso funzionario, che sebbene debbasi nel ricordato Pretorio stabilire oggi il Quartire del predetto Sig. Cancelliere, non venghino remossi da quella località i canoni attuali che servono per stanze del Municipio, della Guardia Civica, e per dimora di un Impiegato subalterno del detto Pretore (…)

Ritenuto che il Quartiere che in detto palazzo abita al presente il Sig. Potestà; possa servire per il nuovo Pretore, è però necessario devenire ad una riforma del medesimo per conciliare il desiderio del prelodato Sig. Gonfaloniere con i comodi che devono presentarsi per il Quartiere dello stesso Pretore, e per l’abitazione del suo Cancelliere.

Il Quartiere da destinarsi ora al nuovo Pretore si compone al 1° Piano, della vasta Sala (A.) del Salotto (B.) della Camera (D.) della Stanza di passo (C.) della Cappelina (G.) un andito (H.) da ridursi a salotto, poiché nelle moderne disposizioni delle carceri penitenziarie detta Cappelina, non si presta allo scopo, quindi devesi in altra località, e con apposito progetto stabilire; della Cucina (F.) delle stanze a contatto (I. L.) e dell’altra stanza (M.) che ora serve per Archivio della Comune, colla Stanza a Terreno (I.) per uso di Legnaia, e di una dispensa nel sottoscala (E.) al qual Quartiere si accede dalla Loggia (N.) e dalla Scala Secreta (E.)


E per il Municipio si assegnano gli ambienti (P. Q. R. S.) ai quali si comunicherà dalla Loggia suddetta (N.) lasciando libera la scala (A.) chiudendosi con apposita serratura l’affisso dello sfondo (a) e aprendosi l’altro (6.)


Il Quartiere del Sig. Cancelliere si compone delle due stanze (1. 2.) che ora servono per scuola, dell’altra di passo (3.) della Cucina (4.) delle stanze a contatto (5. 6.) e dell’altra (7.) che ora serve per le adunanze Municipali, non che della Scaletta (8.) che porta ai Palchi, e ai sotterranei, nei quali si assegna per esso di detto Quartiere l’ambiente a Terreno (H.) che serve per legnaia, dovendosi nella detta Scaletta (8.) formare il luogo di comodo (9.)

E’ però vero, che per attendere questa nuova spartizione di comodi, sono neccessari i seguenti lavori.

Alle nuove Stanze del Municipio occorre aprire una comunicazione dalla Loggia (N.) all’ambiente (S.) demolendosi le pareti (c. c.) e formandosi nella parete (d. ) costituente l’Arcova, una partura ad uscio per andare all’Ambiente (P.) ed una apertura nuova và praticata in detto Ambiente (S.) nel punto (e.) per comunicare coll’altro (R.)

Ciò fatto si ottengono le stanze (S. P. Q. R.) che la prima serve per stanza del Donzello formandosi nel punto (f.) una finestra per darvi luce; la seconda per ufficio del Secretario, potendo il Municipio ricordato servirsi, senza aggravio di libertà sul Quartiere del Pretore, della sala (A.) sulle straordinarie occorenze, poiché altro accesso può lo stesso Pretore per caso in tali circostanze servendosi della Scala (E.)

E’ verità di fatto, che detta Sala di una non comune grandezza a nulla serve direttamente per detto Pretore, se non per semplice passo. A mi sembra, che questo limitato e ristretto uso non debba togliere al Municipio, nelle occorrenze che possono presentarsi, di potere esso per caso della Sala rammentata , quanto allo stesso Pretore non manca, in tali occasioni, un libero, e comodo accesso al suo Quartiere, tantopiù che l’uso che farebbe il Municipio della sala, ha effetto poche volte all’Anno.

Per riordinarsi il Quartiere dello stesso Pretore al seguito dello stacco delle suddette Stanze (P. Q. R. S.) che passano al Municipio, sono necessari i seguenti lavori.

Chiudersi il passo (g.) onde rendere libero il salotto che si forma dalla Cappellina (G.) e dall’Andito (H.) costruendosi in questo salotto il Camminetto (h) e ridursi l’attuale uscio (i) a finestra; si aprirà per altro lo sfondo (gg.) che rimette nella stanza di passo (C.) per avere una libera comunicazione alla Cucina, e si aprirà ugualmente lo sfondo (i i ) per accedere da detta stanza di passo al Salotto (G.)

Per rendere allo stesso Quartiere quegli ambienti che vengono distaccati, oltre alla Cappellina, e Stanza dell’Archivio, si otterrà altra stanza, formando il divisorio (l.) e aprendosi lo sfondo (m.); ottenuta la Stanza (L.) può questa servire per la famiglia del Pretore mentre l’altra (I.) è adattata alla persona di servizio, e alla quale si accede dalla Cucina (F.)

Finalmente per stabilire il Quartiere da abitarsi dal Cancelliere Pretoriale si dà luogo agli appressi lavori. ...




il Palazzo Pretorio o dei Commissari di Terra del Sole


Il Palazzo com'era alla fine dell'ottocento in una cartolina d'epoca ...

e in una foto su lastra ... rimaneggiata per evidenziarne i caratteri e
lo stile austero di edificio del potere, ancora con la torre campanaria originale
e lo stemma mediceo dei Lorena al centro della facciata ...

e, come è stato modificato all'inizio del novecento
con la mostra barocca dell'orologio e un restyling in stile villa fiorentina



Gigìn ad Masòn

(...) Per una banale questione di turbata pace coniugale, nell'autunno dell'anno 1886, fu espulso dal circolo il socio Andrea Mengozzi detto "Muzghina", agricoltore dimorante nel podere Cà Bianca di San Lazzaro, accusato di intrattenere una relazione illecita con la cognata, moglie - sposta solo con rito religioso - di un altro socio del circolo, assente dal paese per servizio militare. (...)
... cosicché per liquidare la diatriba Luigi Mengozzi sparò tre colpi di revolver contro il "Muzghina", ferendolo al torace (...)
La vicenda dell'insurrezione di Monte Sassone è già nota poiché l'illustre poeta Aldo Spallicci ne ha tracciato più volte, pubblicando anche integralmente le memorie di Sante Montanari, uno dei diretti protagonisti del tentativo insurrezionale, e di Antonio sassi, un devoto amico del Mengozzi , altro protagonista del medesimo tentativo.
Riguardo alla spedizione di Monte Sassone si vedano le memorie del Montanari e del sassi pubblicate in: Spallicci, Luigi Mengozzi, pp 5-10 e 11-18. Il manoscritto delle memorie del sassi, conservate presso l'Archivio Storico Comunale di Castrocaro Terme e Terra del Sole, cartella Spallicci, contiene alcune varianti rispetto al testo a stampa (...)
La sera dello stesso giorno, domenica 17 agosto, i rivoluzionari repubblicani si radunarono di nuovo presso "il Campo" ... la maggior parte proveniva da Lugo, altri da Cotignola e da Solarolo; da Forlì .... I Castrocaresi erano undici: Luigi Mengozzi detto "Gigìn ad Masòn", Girolamo Caroli detto "Zamarén", Fiorino Gurioli detto "la Vcina", Quinto Lotti detto "Baganìn", Guglielmo Monti detto "Battucela", Giuseppe Ragazzini detto "Bartlét", Filippo Savelli detto "Pipòla", Silvio Saviotti detto "Pitìn", Nicola Vallicelli detto "Putnazz", Giovanni Versari detto "Maigardon", Antonio Vespignani detto "Babacìn" (...) Il Mengozzi distribuì a ciascuno un fucile con le munizioni, una daga e un tascapane. Poi la banda armata, capeggiata da Sante Montanari e dallo stesso Luigi Mengozzi, in piena notte, si mise in marcia ..... e quindi prese ad inerpicarsi sulle pendici di Monte Sassone, sulla cui vetta i rivoluzionari posero l'accampamento issando la bandiera rossa, simbolo della Repubblica .... La presenza di una quarantina d'insorti, che avevano spiegato la rossa bandiera repubblicana, accampati per due giorni in armi su una vetta dell'appennino romagnolo non poteva certo passare inosservata; infatti diversi giornali moderati, dalla "Tribuna" alla "Gazzetta dell'Emilia", al "Resto del Carlino", al "Rugantino", periodico satirico romano, avevano denunciato il tentativo insurrezionale. La notizia dei moti di Castrocaro rimbalzò persino all'estero. .... il tentativo rivoluzionario sollevò all'epoca ed in seguito, illazioni ironiche, non per il completo fallimento dell'impresa, ma perché gli insorti erano stati costretti a sospendere l'iniziativa senza aver avuto occasione di battersi, anzi ignorati completamente dalle autorità; un simile epilogo aveva creato l'impressione che il tentativo non fosse stato preso sul serio né dai rivoluzionari né dal governo. La realtà era ben diversa: soltanto una serie di cause concomitanti (...) evitarono che uno scontro armato trasformasse quel nucleo di animosi repubblicani in altrettante vittime della monarchia. (...)
La notte del martedi 24 maggio 1892, il delegato compiuto il consueto giro per il paese assieme a due gendarmi rientrò nella propria abitazione e, come era solito fare, si affacciò al balconcino dalla parte degli Steccati, accendendocisi un sigaro. Dal vicolo o cavina antistante un ignoto assassino sparò un colpo di fucile colpendo il pieno petto il delegato, che si accasciò al suolo gridando: "Aiuto, carabinieri! Aiuto mi hanno ammazzato" (...) Di fronte alla prospettiva di un processo interminabile e di una lunga detenzione, i carcerari e i loro familiari cominciarono a muovere critiche e rimproveri al Mengozzi, ritenendolo responsabile, come ispiratore del movimento rivoluzionario locale, degli eventi che avevano condotto a quel processo politico. Sovrapponendosi alle recenti amare delusioni anche il rimprovero tacito o palese dei compagni, forse ritenendosi effettivamente responsabile per essi, il Mengozzi, ... prese la triste decisione ed il 13 giugno 1893, non ancora trentenne, si suicidò impiccandosi all'inferiata della cella e lasciando una lettera con la quale si assumeva la completa responsabilità del delitto scagionando chiunque altro (...)

[Brani tratti da "i repubblicani a Castrocaro - dall'unità d'Italia all'avvento del Fascismo (1861-1926)" di Antonio Zaccaria - Cooperativa "Mario Tamburini" Castrocaro Terme 1995]