venerdì 2 gennaio 2009

La fontana di Babilonia

Un re era malato, e non poteva guarire. Finalmente i medici gli ordinarono di bere l'acqua della fontana di Babilonia, per andare alla quale e tornarsene s'impiegava un anno e tre giorni. Il re vi mandò il maggiore de' suoi tre figli che aveva. Costui arrivò in un monte che stava tre minuti coperto e tre minuti scoperto dall'acqua; e lo passò con pochi salti del cavallo, mentre si scopriva. Ma prima di arrivare a Babilonia passò sulla sera davanti ad una casa, dove invitato da alcune donne si fermò, e dimenticò ogni cosa. Dopo che fu trascorso un anno e tre giorni, il re mandò via il secondo figlio; e questo si fermò dove era rimasto il primo. In ultimo il re mandò a prender l'acqua e a cercare i fratelli il figlio minore, che, senza dar retta agl'inviti delle donne, arrivò a Babilonia il giorno dopo che vi era stata una fiera. E siccome in quel paese sogliono dormire sei mesi ed altrettanto vegliare, subito dopo la fiera la gente si era addormentata tutta. Entrato il giovane in un albergo, trovò che l'oste e gli avventori dormivano; mangiò di quelle cose che trovò pronte in abbondanza, lasciando in paga una moneta sulla tavola. Indi mosso (dalla curiosità, girò le stanze superiori del palazzo, ed in una camera trovò una bellissima giovane che dormiva. Lo straniero le portò via un preziosissimo anello che figurava tra le molte gemme di cui era adorna; e con quello, presa l'acqua della fontana, tornò verso casa. Una sera arrivò dove erano i suoi fratelli, ed accettò di fermarsi per menarli con sé.
Ma nella notte le donne vuotarono l'acqua, portata da lui, nelle bottiglie dei fratelli, e nella sua misero dell'orina. Quando furono a casa, il figlio minore disse: - Prendete, babbo: questa è proprio della fontana di Babilonia. - Ma il re, appena l'ebbe sentita, ne ebbe a morire. Allora assaggiò quella del mezzano, e si sentì meglio; bevve quella del maggiore, e fu risanato. Il re mise il figlio più piccolo nel fondo di un carcere, e fidanzò il maggiore.
Intanto a Babilonia si erano svegliati; e la giovane, trovatasi mancare l'anello, aveva preso la sconosciuta moneta, lasciata dal forestiero sulla tavola dell'oste, per andarlo a cercare. Ella arrivò finalmente nel regno in cui la moneta aveva corso, andò alla corte, e si trovò presente alle nozze. A pranzo essa domandò al re se aveva solo due figlioli; ed egli rispose d'averne un altro, che teneva nel fondo di una torre. La donna pregò il re di voler mettere a parte di tanta gioia anche l'altro figlio.
Appena questi fu condotto nella sala, ella gli vide in dito il suo anello; ed il giovane confessò d'aver lasciata lui la moneta Così il padre venne a conoscere la verità, interruppe le nozze, mise in prigione gli altri due figlioli; e colla bellissima babilonese unì in matrimonio il figlio minore.

(Paolo Fabbri, Novelle popolari raccolte sui Monti della Romagna toscana, in Archivio per lo studio delle Tradizioni Popolari", voi. XXIV, pp, 16o)

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