venerdì 2 gennaio 2009

Sui monti della Romagna Toscana fra otto e novecento

Il lembo di Romagna, compreso nella provincia di Firenze, e le zone geograficamente marchigiane di Sestino e di Badia Tedalda, comprese nella provincia, rappresentano anzi soltanto un residuo degli scavalcamenti dei monti compiuti nelle sue conquiste dalla repubblica fiorentina tra la fìne del Trecento e i primi decenni del Quattrocento, in primo luogo per garantire ai propri mercanti la sicurezza e l’agibilità dei passi appenninici, che immettevano ai centri commerciali emiliano-romagnolo-marchigiani e ai porti di Venezia e di Ancona. Soltanto dal 1923, con la costituzione della provincia di Forlì, la maggior parte di questi territori geograficamente non toscani (la cosiddetta Romagna toscana) sono tornati anche amministrativamente romagnoli. Va d’altra parte ricordato che fino al 1859 una piccola parte della Toscana nord-occidentale è appartenuta politicamente al ducato di Modena.
Momento decisivo nella costruzione dell’unità fu poi la conquista del territorio senese da parte del duca Cosimo I dei Medici nel 1555. Il ducato e poi granducato mediceo, se dominava anche sui territori romagnoli e marchigiani di cui abbiamo detto, non arrivò tuttavia mai ad abbracciare l’intera regione.

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